Glass di M.Night Shyamalan


In Glass, M.Night Shyamalan riprende Unbreakble e Split e arriva alla chiusura del cerchio della sua personale trilogia sui supereroi. Ma se nel primo capitolo, di certo il più riuscito, a prevalere era l’estetica del fumetto in quanto tale, nel secondo la ripetizione e le personalità del protagonista finivano dopo una buona partenza con lo scadere nel ridicolo involontario, in Glass assistiamo alle cosiddette spiegazioni, chi e perché non vuole che il mondo conosca l’esistenza dei supereroi? Chi è buono, chi è cattivo realmente? Domanda a cui il nostro risponde nella maniera più prevedibile possibile e cercando di rendere lapalissiano ogni passaggio riservandosi il solito capovolgimento finale che lo ha reso celebre sin dal Sesto Senso.
I tre protagonisti: "La bestia"Kevin Wendell Crumb, "Il vigilante" David Dunn e "La mente suprema"Elijah Price (ovvero l'uomo di vetro) dopo le precedenti peripezie si ritrovano in un ospedale psichiatrico dove la dottoressa Ellie Staple, specialista nel curare chi si crede un super eroe, (fa già ridere così lo sappiamo), ha predisposto per loro una cura di tre giorni a base delle loro fobie, talloni d’Achille, che dir si voglia… in modo che non possano scappare, mentre scorrono in parallelo e in flashback le loro storie dove si cerca di dare loro un background tramite le figure più care, rispettivamente, della vittima in preda alla sindrome di Stoccolma per la bestia,  dal figlio per il vigilante e dalla madre per l'uomo di vetro… Ne viene fuori un film lineare, a tratti semplicistico nelle sue furberie e nei suoi dialoghi pseudo ammiccanti e che termina con il dare la colpa ai poteri oscuri che governano il mondo (moltooo originale) e con un messaggio morale da tipico business americano impastato di New Age e positivismo. Alla resa dei conti non è neanche una delusione, ma solo perché ci aspettavamo di peggio.
“- Non ci possono essere supereroi dei tra di noi non sarebbe giusto” 
"- La fiducia in se stessi è contagiosa “
"- Io so cosa è questo, questo è il momento in cui entriamo nell’universo”

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