"Rovinare una canzone?" Morgan al contrattacco


Con un lungo post sul suo SITO Morgan ha risposto più o meno velatamente, alle critiche che sui social gli sono piovute addosso durante e dopo la visione dello Speciale della Rai dedicato ai Queen. Ecco le sue parole:

Come si fa a rovinare una canzone? Molte volte mi è capitato di sentire dire che qualcuno stava rovinando una canzone, e ho sempre pensato: le canzoni, se mai fosse possibile rovinarle, si rovinano solo pensando che siano rovinabili. Se chi sostiene che una canzone si possa rovinare (credo malinterpretandola o eseguendola male o in un contesto sbagliato, oppure non so in quale altro modo) fosse la maggioranza delle persone, allora sì che saremmo veramente rovinati.

 Perché chi ha questo tipo di mentalità è una persona che non riesce ad avere elasticità, se fosse per loro il mondo sarebbe tutto in una vetrinetta chiusa a chiave: guardare e non toccare!

- Ma è un giocattolo!

- Non toccare! Si rovina, e lascialo nella scatola!

- Ma è fatto per giocare!

- Ho detto di lasciarlo lì dov’è!

Niente, non ce la fanno proprio a capire che i giocattoli, più sono belli e più un bambino ci vuole giocare. Ma le canzoni, vi dirò di più, a differenza dei giocattoli, sono qualcosa che se ci giochi le puoi spaccare, lanciarle, metterle sott’acqua, smontarle, pitturarle, tutto quello che vuoi, e magicamente si moltiplicano perché rimane intatta quella di partenza. Come se fosse un giocattolo che può usare il bambino e consumarlo e intanto rimane anche quello nuovo nella vetrinetta per la gioia perversa del collezionista morboso e frigido.

Tutte le volte che uno dice che una canzone si rovina guarda caso che c’è sotto del marcio, o frustrazione personale, o incazzatura a priori, o invidia, insomma non è possibile che quella frase venga da una persona libera e soprattutto non è possibile che chi lo dice sia musicista, anzi è invidioso del musicista, ecco perché ha una visione distorta, perché a lui la musica non è concessa, la vorrebbe tanto poter maneggiare ma non ci riesce e allora si incazza contro chi invece si sta divertendo e si sta sfogando cantando e suonando con energia ed entusiasmo, ma soprattutto a modo suo, con la sua visione di quella cosa, con la sua prospettiva, con la sua bizzarria, con la sua personalità, con la sua buffezza, con la sua tenerezza, con i suoi limiti, con il suo stile, con la sua unicità. Più uno sa fare sua una musica che interpreta più è apprezzabile, più uno è appassionato a quello che interpreta, più arriverà al cuore di quella cosa.

Quando qualcuno vi dice che state rovinando un capolavoro voi ditegli: controlla bene a casa tua che il vinile originale è intatto, nessuno te lo ha rovinato, lo puoi ascoltare esattamente come è inciso sul disco, se hai ancora il piacere ad ascoltare la musica.

Quando ho rifatto interamente il disco di Fabrizio De André "Non al denaro, non all’amore né al cielo" ci fu qualche talebano che gridò allo scandalo, all’ignominia, quelle cose non si toccano! Come ti permetti di rovinare un capolavoro assoluto?

Rovinare? E che ho fatto? Perché? Ma forse da oggi quando ascolti quello di De André non si sente il suo ma il mio? Son venuti gli gnomi di Spoon River a scambiare di nascosto a casa tua il disco di De André col mio? Mi sembra di no. Appunto. Anzi, sapete cosa è successo? Che quando è uscita la mia versione nel 2005 dell’album che Fabrizio fece nel 1971, la mia entrò in classifica e quando raggiunse mi sembra una posizione tipo 10 magicamente entrò in classifica l’originale di De André al 93esimo posto! Trentaquattro anni dopo! Non potete capire la gioia quando lo appresi, la soddisfazione che provai a vedere nella classifica dei dischi più venduti "Non al denaro" di De André.

Così come nella prima edizione di X Factor feci interpretare ai miei concorrenti brani dei Pink Floyd, degli Who e degli Yes e puntualmente vedevo andare in classifica anche gli album originali! Tommy, The Wall! 90125! Ma ci pensate? Tommy nella top chart italiana del 2008? per la stizza di tutti i bacchettoni che gridavano pessima interpretazione, un capolavoro rovinato!

Lasciatevelo dire: porsi così di fronte a qualsiasi esperienza di ascolto è atteggiamento deteriore, fa male alla musica, le canzoni non si possono rovinare, non sono una cosa deteriorabile, perché:

Non sono un oggetto fisico passibile di corruzione materica bensì fenomeni acustici propagati attraverso l’aria sottoforma di onde meccaniche.
Ogni interpretazione già eseguita e non ancora eseguibile di qualunque canzone non produrrà alcun effetto sulla versione originale, la quale resterà perfettamente intonsa e identica sia nella realtà tangibile dei corpi solidi in quanto supporto fonografico, sia nelle partiture stampate e anche tutte quelle stampabili nell’infinità del futuro, e sia nella memoria collettiva delle persone che l’hanno ascoltata comprese (pensate un po’!) quelle che non l’hanno ancora ascoltata e la ascolteranno un giorno.
Perché ogni volta che una musica è interpretata si è di fronte ad un atto di amore e ad un fenomeno nuovo, si fa una cover perché si ama una canzone, e quando c’è amore c’è sempre qualcosa di umano e di bello.
A meno che non siate da soli in una stanza con l’interprete che sta cantando solo per voi, chiedetevi perché non state capendo qualcosa che invece è lì perché c’è altra gente ad ascoltare, che ha un’opinione differente dalla vostra, e se quello di cui parliamo non è proprio una robetta commerciale e stupidina, allora forse il problema potrebbe essere la vostra incapacità di comprendere o il vostro gusto dissimile, ma a quel punto siete liberi di non ascoltarlo una seconda volta, non tornate al concerto, o spegnete la radio o la tv, e continuate ad ascoltare il vostro originale capolavoro, e state tranquilli, nessuno ve lo ha rovinato, è ancora lì, meraviglioso come la prima volta che lo avete ascoltato.

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