“Ho compiuto 12 anni nell'estate del
1972, un periodo fantastico per i ragazzini, era un vero far west. I
caschetti per la bici o le cinture di sicurezza non esistevano e
nemmeno una normale sorveglianza da parte degli adulti. I padri non
erano presenti come oggi. Il mio era impegnato a lavorare per una
ditta appaltatrice della Difesa, tenendo il nostro quartiere al
sicuro dall'invasione dei nord coreani. E mia madre era impegnata a
gestire la casa. Aveva parecchio da fare. Ho detto che eravamo
cattolici? Eravamo otto figli, tutti maschi. C'era parecchio
testosterone concentrato in una singola casa”
“The Kids Are Alright” è la nuova
proposta comedy della ABC, partita lo scorso 16 ottobre, che ha in un
certo senso aperto ufficialmente le porte alla nuova stagione
televisiva del network e che ricorda visibilmente fin dai primi
fotogrammi “The Goldbergs”, anch'essa della ABC. Qui però ci
troviamo negli anni '70 e non negli anni '80 e la famiglia è più
numerosa e ricorda quelle tipiche famiglie di colore incasinate
proprio di quelle serie degli anni '80 come “I Robinson” o “Otto
sotto un tetto”. Tim Doyle crea questa sitcom ispirata alla sua
infanzia: una famiglia rigorosamente cattolica, di origini irlandesi,
che vive in una Los Angeles del 1972 dividendo la casa in dieci,
dieci teste completamente diverse le une dalle altre, dove a
capitanare il tutto c'è l'unica donna della famiglia Cleary: Peggy
(Mary McCormack), madre di otto figli e moglie di un marito spesso
assente. Il cast è praticamente, a parte la McCormack ed il
capofamiglia, Mike, interpretato da Michael Cudlitz (“Lost”, “The
Walking Dead”), per il resto è formato da attori semi-sconosciuti
e, come dicevamo, tutti uomini, dove spicca ovviamente il
protagonista, il 12enne, dal quale punto di vista viene narrata la
storia, Timmy Cleary (Jack Gore), quello che si sente il più
ignorato di tutti: “il figlio di mezzo”, a cui fanno seguito i
fratelli di quest'ultimo: Lawrence (Sam Straley), Eddie (Caleb
Foote), Frank (Sawyer Barth), Joey (Christopher Paul Richards),
William (Andy Walken) e Pat (Santino Barnard).
Una famiglia che non
si è fatta mancare nulla, compreso un figlio seminarista, uno
ipocondriaco ed un altro ribelle, che un po' come la Lane di “Gilmore
Girls”, ha la sua mansarda piena di musica e cianfrusaglie varie,
unico posto in cui può stare un po' in pace dal resto della numerosa
e chiassosa famiglia. 23 saranno gli episodi complessivi, undici dei
quali già mandati in onda, che compongono una prima stagione che ha
già creato un quantitativo di affezionati notevole, tanto da sperare
positivamente nella possibilità di un rinnovo anticipato della serie
per una seconda stagione. Passando all'aspetto prettamente tecnico la
serie non è nulla di che: la trama sa di già visto, il cast ha
notevoli lacune, la narrazione di alcuni episodi è un po' lenta e
noiosa, le battute davvero divertenti sono poche, nel complesso però
c'è una buona regia e si può annoverare tra quei discreti
passatempi, quelle comedy tappabuchi che strappano qualche sorriso
qui e là, senza strafare troppo.
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