E anche con “Fru Fru” Edda riesce a stupire ancora una volta, in particolar modo addentrandosi con coraggio e senza riserve in un sound retrò, "leggero", contaminandolo in maniera naturale con la sua disperata ironia e la sua lucidità disarmante nel descrivere una situazione, nel definirne nitidamente i contorni, fra giochi parole e frasi taglienti, scorrette per necessità e per forza di sincerità che non può essere censurata, libertà per essere se stessi. Il contrasto tra le sonorità d’antan e la crudezza delle parole, unite a delle ritmiche irresistibili, fanno di “Fru Fru” un album agrodolce, carico di sfumature che trasportano la mente a quelle spiagge di fine estate con gli ultimi tramonti rimasti a essere ammirati mentre ancora la voglia di ballare, di mettersi in gioco, arde, dentro gli sguardi persi nei ricordi ancora vivi.
“E se”: “se mi scopava un amico vero era meglio” il primo singolo estratto, è a sorpresa un brano funky dance dall’incedere trascinante: “ma se tu fossi vero berrei dal tuo veleno, guarda come sono fatta guarda come sono vestita, a me non me lo devi dire fammi godere con le dita”
“The soldati”: “Sono frocio a Natale, sono quello che ti pare, mi hai trovato il fidanzato? Dove ho fatto il militare, dove ho fatto non so fare. Non c'è molta distinzione tra un cantante e un coglione” catapultati in piena disco music anni ’70 col basso in evidenza: “c’è che non ti so baciare, ci ho provato, ho improvvisato”
“Italia Gay”: “tu che baci i belli ma brutti, hai un bel culo e te lo guardano tutti” anni '80, ritmica martellante e ammiccante: “un’ora sola ti vorrei vorrei che l’Italia fosse tutta gay tu porta i tuoi che ti presento i miei”
“Edda”:con un falsetto da brividi, sinuosa e avvolgente nel suo dipanarsi, se non il brano migliore dell'album, di certo il più intenso: non amore no “amore non si può distruggi con il tempo tutte le cose, ma l’amore no, l’amore mio non può, distruggi con il sesso anche l’amore”
“Vela bianca”:”provo a staccarmi dal tuo sedere abbiamo fatto l’amore non ti ho mica convinto adesso ho capito non ho mai vinto” sapori antichi nella melodia evocativa: “tutto ebbe inizio in un giorno di vetro mi costa sangue ma non torno indietro”
“Vanità”: anni ’60 “facendo sogni per vanità” nostalgia e un arrangiamento strepitoso: “io non vorrei parlare di Dio dimmelo tu mi ami come se mi amassi io?”
“Samsara”: “fammi vedere se resisto senza te, fammi vedere se è possibile” ipnotica, cercando una strada tra "le dipendenze"
“Abat-jour”: “ascolta il mio sorriso non c’è presenza del peccato” suggestiva filastrocca pop dalla struttura melodica ineccepibile
“Ovidio e Orazio”: “…mi avete rotto i coglioni preferisco i santi almeno quelli lo fanno bene” piglio western, evocativa e d'impatto: "Vai da lei che non ti ama, io sono un'operaia, vai da lei che non ti chiama"
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