Miracle Workers (TBS)



“E' troppo tardi per sistemare la Terra, non è più il 30.000 avanti Cristo. Non ci sono più venti omaccioni nudi e un mucchio di dinosauri fighi che se la spassano in qualche caverna schifosa... non puoi sistemare la Terra!”

La nuova serie comedy della TBS, “Miracle Workers”, affronta, e non è la prima volta, le tematiche della religione e della presenza di Dio in chiave comica, affidando la trama in mano ad un signor cast con Daniel “Harry Potter” Radcliffe nel ruolo di Craig, angelo di basso livello responsabile della gestione delle preghiere di tutti i credenti della Terra e Steve Buscemi nel ruolo di Dio. Ai due va unita Eliza Hunter (Geraldine Viswanathan) da poco trasferita dal Dipartimento del Terreno a quello delle Preghiere Esaudite, che è praticamente un tugurio vuoto e umido, perché di preghiere esaudite non ce ne sta nemmeno più una da secoli, o almeno di preghiere di quelle serie, ogni tanto si fa trovare un mazzo di chiavi perse a qualcuno, ma degli oltre due miliardi di appelli al giorno, Craig, che da anni lavora da solo nel settore, di solito arriva a tre o quattro al giorno: “Ma ora che ho te ad aiutarmi - dice a Eliza poco dopo il suo arrivo - chissà dove potremo arrivare. Direi cinque, sei... forse addirittura sette!”, elettrizzato dalla cosa. 


In ballo c'è la distruzione del pianeta Terra e mentre Dio guarda la Tv e beve birra, Craig ed Eliza, insieme agli altri Dipartimenti e angeli sparsi qui e là devono affrontare il lavoro grosso, per lo più ormai fregandosene rassegnati. In Paradiso infatti, mentre la Terra muore, si lavora senza alcuna gioia e ci viene mostrato come una specie di centro con uffici, raccomandati, gente che lavora davvero e gente che invece si gratta la pancia, un po' quasi tutti gli uffici al mondo, con Dipartimenti per ogni situazione possibile, si va dal Dipartimento degli Animali, dove giornalmente arrivano notizie sull'estinzione di qualche altro essere vivente, a quello delle Costellazioni, nel quale si provano a creare nuove stelle, passando per il Dipartimento Sicurezza Vulcani, nel quale si batte la fiacca e non si bada ormai più ai continui allarmi sulle eruzioni che stanno distruggendo il Pianeta. Tratta dal romanzo “What in God's Name” di Simon Rich, “Miracle Workers” ha un'idea di base che non è per niente male e che unisce le classiche prerogative apocalittiche agli altrettanto classici stereotipi da ufficio per usarli ad uso e consumo di una risata che un po' fatica a sbocciare in viso. Il cast però fa il grande lavoro e riesce nell'intento di far comunque divertire raccontando in chiave diversa qualcosa di visto centinaia di volte. Grazie ai dialoghi pungenti e a delle trovate estremamente interessanti, con poche sporadiche banalità, la serie ci regala momenti avvincent. La serie è stramba al punto giusto e questo è fondamentale per una sitcom, per intrigare e spingere il telespettatore a seguirne gli avvenimenti. Creata dallo stesso Simon Rich, autore anche del romanzo da cui è tratta la serie, e prodotta da Lorne Michaels, colui che creò nel lontano 1975 il leggendario “Saturday Night Live”, “Miracle Workers” è una serie che ha la giusta dose di tutto ciò che serve per invogliarne e proseguirne la visione fino all'ultimo episodio di stagione, senza guizzi per la quale o sorprese eclatanti, ma viaggia tranquilla su un sentiero che potrebbe creare il giusto interesse e crescere nel tempo, perché ci sono moltissimi elementi da poter inserire per innescare altre trame e sottotrame. Partita lo scorso 12 febbraio sulla TBS, la serie è ancora inedita in Italia.

- Dio, so che sono state delle migliaia di anni difficili, ma credo che tu sia troppo duro con te stesso... Hai ancora un sacco di fan sulla Terra
- Si, ma non come prima... sai da quanto tempo non sacrificano più un montone per me?

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