“Se cercate online: cos'è una
famiglia? Otterrete questa risposta: un gruppo composto da genitori e
figli che vivono insieme in una casa. Sembra semplicissimo, vero?”
Con un cast come quello propostoci da
questa nuova serie canadese uno si aspetta di trovarsi di fronte ad
una serie formidabile, originale, dalla narrazione audace, invece
“Northern Rescue”, serie della CBC, distribuita ovunque da
Netflix, è il classico drama trito e ritrito, fotocopia di “800 Words”, serie australiana-neozelandese, di cui
ci siamo già occupati non molto tempo fa e che abbiamo abbandonato
nel giro di poco. Ed è subito pressapoco questa la sensazione che
salta addosso appena si comincia ad intraprendere questa pseudo saga
familiare con tutti gli ingredienti tipici di qualsiasi drama
americano: una moglie e madre di famiglia muore ed il padre decide di
prendere armi, bagagli e figli e tornare nella sua città d'origine,
ovviamente con tutte le conseguenze del caso: nuova ambientazione,
figli in rivolta che non comprendono la scelta del capofamiglia,
nuovi amici e vecchi parenti che tornano a fare capolino. Elencare
tutte le serie con questa trama di base potrebbe portare alla
creazione di una lista infinita, ma è ovvio che ci venga subito in
mente “Everwood”, tanto per citare una delle serie più famose, o
anche “Suburgatory”, ma anche “The OC”. “Northern Rescue”
però ha dalla sua un cast capitanato da William Baldwin, che
interpreta papà John West, ricercatore e soccorritore che salva
giornalmente la vita delle persone, un tipo quindi estremamente
avventuroso, ma con una innata incapacità nelle relazioni
emozionali. La famiglia sembra la classica famigliola perfetta finché
non muore la colonna portante, con tutti i luoghi comuni drammatici
del caso. L'uomo quindi decide di trasfersi da Boston verso una
piccola cittadina del Canada.
I tre figli sono anch'essi i classici
stereotipi visti migliaia di volte: c'è la figlia ribelle, che non
disdegna la droga, Maddie (Amalia Williamson), che è anche voce
narrante dello show e che descrive la sua famiglia così: “Io sono
la più grande, quella che ha più responsabilità di tutti, ma in
pratica nessuna gloria. Papà è una sorta di eroe di film d'azione,
il suo lavoro è salvare persone. Mio fratello Scout è il classico
figlio di mezzo: uno che cerca di trovare il suo posto nel mondo, ma
sarà difficile finché vivrà all'ombra di nostro padre. Mia sorella
minore Taylor è un vero genio, il che è super irritante, anche se
cerco di non farle capire quello che penso di lei. E poi c'è la
mamma, la nostra roccia, ma adesso è tutto più complicato... questi
eravamo noi una volta... una famiglia, o almeno una versione di
essa”. Quindi come ci racconta Maddie, ci sono anche il “figlio
di mezzo”, Scout (Spencer MacPherson) lottatore di judo, che vive
in competizione perenne col padre; ed infine Taylor (Taylor Thorne),
il genietto della famiglia, la classica figlioletta perfetta.
Arrivati a destinazione i ragazzi poi troveranno zia Charlie,
interpretata dalla famosa Kathleen Robertson (“Beverly Hills
90210”, “Murder in the First”), sorella della defunta Sarah.
Smielato, scontato, dozzinale, inutile nella miriade di serie tv
molte delle quali decisamente più interessanti, “Northern Rescue”
ha dalla sua però la capacità di creare un legame col
telespettatore che alla fine decide di seguire le vicende della
famiglia fino alla fine, un po' per sfinimento e un po' per
curiosità. E' una serie diretta più alla donne che non vogliono e
non possono fare a meno di drammi familiari sulla falsa riga di
“Beautiful” e simili. Una serie che verrà presto accantonata e
dimenticata, ma che può tranquillamente servire da passatempo.
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