“Ci sono delle persone che sai essere
cattive, la loro anima è corrotta... l'ho capito la prima volta che
l'ho visto. Lo guardavo, aspettavo di vedere i problemi seguirlo...
per questo il suo nome si è incollato nella mia mente”
Partita il primo marzo scorso, creata
da Harry e Jack Williams e distribuita in un unica soluzione, otto
episodi totali, nella stessa giornata, “The Widow” è la nuova
serie britannica della Amazon Prime Video, co-prodotta con l'inglese
ITV. Una serie, come dice il titolo stesso, che segue le avventure - ma
soprattutto le disavventure - di una “vedova”. Georgia Wells (Kate
Beckinsale), ex militare, è una giovane donna che un giorno si trova
casualmente a seguire un servizio televisivo nel quale appare il suo
presunto compagno, che lei crede sia morto, in un immagine di una
rivolta in Congo, così con coraggio e convinzione deciderà di
recarsi sul posto per cercare il marito scomparso dopo un incidente
aereo. Ovviamente in una terra completamente sconosciuta, aiutata dal
suo ex superiore Martin Benson (Charles Dance), sarà costretta a
vivere situazioni inaspettate e avventure fuori dall'ordinario alla
continua ricerca della verità sull'uomo che amava. Ma appena mette
piede in terra congolese la sua fame di verità si trasforma, smussa
i propri angoli, divenendo a tutti gli effetti una figura di
giustizia e lealtà, trovandosi a stretto contatto con alleati che
non credeva potessero essere al suo fianco.
La storia di Georgia però
si interseca, a nostro avviso malamente, con molte, troppe, sottotrame che non fanno altro, nei già pochi episodi a disposizione, di
togliere forma alla storia madre. Per questo la serie non entra mai
nel vivo della storia di Georgia, rimanendo in superfice e sfiorando
solo in maniera labile e precaria la psicologia della protagonista. Ed è un peccato perché c'è un signor cast con una donna alla guida
dalla caratterizzazione eccellente, ma i vari personaggi,
assolutamente anch'essi di spessore, che ruotano intorno alla trama
ed alla nostra paladina della verità, non ci vengono mai fatti
conoscere del tutto e restano anche loro sullo sfondo, nonostante
siano degli ottimi punti di forza di uno show che non va mai al
punto: ci sono Ariel (Olafur Darri Olafsson) e Beatrix (Louise
Brealey), due personaggi splendidi, non vedenti, con i loro destini
apparentemente intrecciati, poi conosceremo la piccola Adidja (Shalom
Nyandiko), bambina soldato che conosceremo nella primissima scena del
Pilot e molti altri, un'infinità di volti e identità diverse. La
perdita, il ritrovarsi, questi sono i due elementi focali di uno show
che fa della Beckinsale suo punto di forza, ma al quale non si da mai
la giusta attenzione, interrotta da storie secondarie, che seppur
splendide, come abbiamo già detto, tolgono pathos e sostanza alla
trama di base. Con una narrazione godibile, una regia buona ed un
eccellente cast, la serie resta comunque di discreta qualità, anche
se probabilmente qualche episodio in più avrebbero potuto dare
maggiore sfogo ad una sceneggiatura un po' troppo piena di cose.
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