“Mamma fa tutto quello che le donne
in carriera fanno: sminuisce i successi che ha raggiunto così tu ti
sentirai un po' meno fallito”
Vedere Idris Elba nei panni di un Tato
è decisamente spiazzante, ma l'attore riesce ad essere credibile
anche in questa nuova comedy della Netflix dal titolo “Turn Up
Charlie”. Qui Elba non è solo protagonista dello show, ma anche
ideatore e produttore, insieme a Gary Reich. Composta da 8 episodi,
la prima stagione ci fa scoprire un nuovo volto dell'attore, più
scanzonato, meno serioso, completamente agli antipodi di “Luther”.
Charlie, questo il nome del protagonista, è un dj con un rigoglioso
passato alle spalle, che oggi si trova in profonda crisi. Scapolo
incallito, adesso comincia a sentire l'incombenza della solitudine,
mentre si delinea nel suo futuro la possibilità di tornare a fare
carriera diventando il tato di Gabrielle, detta Gabs (Frankie
Hervey), figlia di una star di Hollywood, Sara (Piper Perabo), e di
un ex grande amico di Charlie, David (JJ Field). Gabrielle è però
una ragazzina problematica, viziata, senza filtri, difficile da
gestire. Assolutamente odiosa, ma è sostanzialmente il punto focale
di tutta la serie, nonché la parte comica più forte. La cosa bella
di “Turn Up Charlie” sta nel riuscire a prendere in esame tutte
le sfaccettature della vita di una persona, da quelle più materiali
a quelle legate maggiormente alla sfera intima e sentimentale. Quindi
l'aspetto mondano che affiora fin dalle prime immagini, viene in
realtà ben presto accompagnato da una versione più “familiare”
del nostro protagonista, più umana, meno focalizzata sull'aspetto
successo-denaro-donne, ma andando oltre, cominciando a comprendere
che forse c'è qualcosa di più dell'effimero piacere nella vita.
Nell'arco degli 8 episodi, che scorrono via velocemente, con una
discreta narrazione, Charlie passa dall'uomo senza ideali, l'uomo in
crisi senza obiettivi, a uomo che riscopre quelli che sono i veri
valori della famiglia e lo fa grazie fondamentalmente a quella stessa
ragazzina che gli crea parecchi problemi.
La serie però pecca in
originalità, diventa ben presto Charlie catalizzante e questo crea
non pochi dislivelli tra la qualità dell'aspetto attoriale e la
debolezza di una sceneggiatura troppo focalizzata sul protagonista,
splendidamente caratterizzato, ma poco coordinato al contesto. Se da
un lato quindi ci troviamo ad assistere ad un “Idris Elba show”,
che non è assolutamente male, visto che l'attore riesce ad essere
magnetico anche in questi nuovi percorsi della sua carriera, sempre
impeccabile, accompagnato in questo caso anche dal resto del cast, un
gruppo attoriale assolutamente invidiabile, ma il cast non basta a
fare di una serie una buona serie e anche “Turn Up Charlie”
conferma la regola, perché di contro la serie risulta un po' vuota e
scialba dal punto di vista della trama, che non crea il dovuto legame
con il telespettatore. Si consiglia di seguire la serie in lingua
originale, perché il doppiaggio in italiano non riesce assolutamente
a rendere giustizia all'interpretazione dei protagonisti.
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