“Qualuno di voi sta approfittando per
fare il tiranno, spradoneggiare sul mondo... fino a quando ne avremo
uno”
E' appena sbarcata sugli schermi di
mezzo mondo una nuova serie post-apocalittica, prodotta da The
Asylum, la stessa casa di produzione di “Z Nation”, tanto che le
due serie sono in qualche modo collegate tra di loro, ma, un po' come
“The Walking Dead” e “Fear the Walking Dead”, il collegamento
non avverrà subito e si capirà a piccoli passi nel corso
dell'avanzare degli episodi e delle stagioni. “Black Summer” a
differenza del suo predecessore, che è andato in onda per 5 stagioni
sulla SyFy, ha trovato stavolta casa in quel di Netflix, dove, dietro
la produzione di Jaime King e Christine Lee, e la creazione di Karl
Schaefer e John Hyams, provano a riportare in auge una forma
narrativa che ha funzionato per circa sei anni, ma che adesso ha
molto annoiato, basta vedere il crollo degli ascolti subito negli
ultimi due anni da “The Walking Dead”. Fulcro della storia è la
vicenda di una madre, Rose (Jaime King), che viene brutalmente
separata dalla figlia sei settimane dopo l'inizio dell'apocalisse di
Zombie che sta coinvolgendo il mondo intero, seguiremo da qui
l'intraprendente viaggio della donna che vuole a tutti i costi
ritrovare la figlia, grazie all'aiuto di un piccolo gruppo di
rifugiati americani.
Nel cast anche: Julius (Justin Chu Cary),
criminale che si fa chiamare “Spears” dal nome della guardia che
ha ucciso per scappare da un arresto che lo avrebbe probabilmente
portato alla morte e che diventerà alleato di Rose, nonostante le
nasconda molti segreti; Sun (Christine Lee), coreana che sta anche
lei cercando qualcuno che ha perso; William (Sal Velez), poliziotto
che vuole tornare dalla sorella e dai figli in Texas; ed infine Lance
(Kelsey Flower), giovane sopravvissuto senza famiglia. Il mondo
ostile, le uccisioni violente, gli inseguimenti, sono tutte cose che
abbiamo già visto innumerevoli volte. Con una recitazione a tratti
precaria, dovuta anche dalla scarsa caratterizzazione sia dei
personaggi che della trama, evidentemente banale e poco originale,
con una narrazione abbastanza lenta ed una regia non sempre presente,
“Black Summer” è una serie di passaggio, che lascia il tempo che
trova, senza avere una sceneggiatura abbastanza forte da creare un
legame col telespettatore e spingere lo stesso a volerne continuare
la visione. Preceduta da troppe serie sugli Zombie che negli ultimi
anni hanno invaso i palinsesti tv americani, la serie ha anche la
pecca di non aver innescato nella trama qualcosa che colpisse
davvero, qualcosa di sorprendentemente audace, infangandosi in un
ambientazione che ricorda le serie che l'hanno preceduta ed una trama
che non pone nulla di innovativo all'interno del settore
futuristico-post-apocalittico tanto blasonato negli ultimi anni, ma
anche così sfruttato da diventare un settore spesso frustrante della
serialità mondiale. A nostro avviso se non si ha nulla di nuovo da
raccontare, forse è meglio non raccontare proprio nulla.
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