"Brunori Sas - La vita pensata e la vita vissuta" di Ambrosia J. S. Imbornone

Foto di copertina di Silvia Tofani


Dalla cattedra alla critica musicale, dai saggi ai "drammi pasoliniani", la giornalista e scrittrice Ambrosia Jole Silvia Imbornone (Mescalina, Rockerilla, ecc.) approda a quella che possiamo definire una biografia musicale. Al centro del pensiero della Imbornone, IL cantautore "dei nostri tempi", colui che ha segnato un vero punto di svolta - suo malgrado o per fortuna - tra ciò che tuttora viene considerata musica indipendente e tra ciò che oggi è mainstream: Brunori Sas. Con "Brunori Sas - La vita pensata e la vita vissuta" collana "Cantautori del Duemila" edito da Arcana, Ambrosia J. S. Imbornone non vuole tanto spiegare il mondo di Dario Brunori, quanto raccontarcelo in una sequenza di momenti che giungono sino ai giorni nostri. Perchè, con intelligenza, l'autrice sa che - per quanto a tratti possa intrigare il personaggio - sia testualmente che musicalmente, Brunori è semplice, lampante... familiare. Semplice ma non semplicistico. Ecco perchè è sensato affrontare il cantautore oggi, giunto a questa "maturazione". Lampante o inconfutabile in quanto la dicotomia "La vita pensata e la vita vissuta" è l'essenza dell'artista/uomo Brunori, nella sua sfera pubblica e privata che, a ben leggere il libro, è un binomio inscindibile. Familiare perchè la dimensione "comune" o "aziendalista" di Brunori, dalla società di persone degli inizi, tende ad assumere nel tempo la forma di società per azioni - se vogliamo usare la metafora 'giuridico-commerciale' - con una personalità sia privata che collettiva (per lui sono importanti i suoi musicisti) in perenne crescita, ben delineata poi nell'ultimo atto "A Casa tutto bene", suo ultimo gran disco.

La Imbornone ci mostra come nei suoi lavori, nei testi, nella musica, Brunori ha due anime sin dagli esordi: la "vita pensata" ovvero la passione viscerale per la musica, i desideri, l'illusione, i ricordi, il "fanciullino" che c'è in lui e dentro ognuno di noi. Poi c'è "la vita vissuta", il conflitto di un giovane studente di Economia e Commercio con un'azienda familiare da portare avanti, lo schiaffo della vita quando muore il padre che lo mette di fronte ai suoi doveri. Un binomio che crea un distacco in Brunori; questa caratteristica dolce-amara, l'ironia che Imbornone non dimentica mai di accostare al cantautore, è aspetto fondante e fondamentale dell'artista: non prendersi troppo sul serio, che la vita è già difficile come quella "Verità" che ci fa paura.

Ambrosia J. S. Imbornone
Ambrosia Imbornone in 200 pagine snocciola il Brunori "sul palco", e quello "fuori dal palco", il Brunori dentro ogni sua canzone, il Brunori in tour, assieme ai suoi fidi musicisti, quello per colonne sonore, per "strani animali" e cartoni animati. L'autrice lo fa con un linguaggio chiaro ma competente, senza tralasciare l'aspetto emozionale e quello tecnico, citando i commenti della critica italiana che, a ben vedere, un Brunori lo aspettava da tempo, un pò come un nuovo Messia della musica italiana.
L'autrice così, riesce a proiettarci dentro il mondo, come dicevamo, dell'artista, della sua "vita liquida", del suo "progresso". E lo fa attraverso i suoi album. Volendo riassumere, VOl. 1 ci rappresenta un Brunori diviso tra "cuore e pancia", un giovane che sta diventando adulto, che guarda indietro, ai ricordi dell'82 e che inizia a porsi tante domande. VOL 2, come ci fa riflettere la Imbornone, è una sequela di "Poveri Cristi", i tanti volti in cui Brunori si rivede. E' qui che dobbiamo comprendere perchè Brunori, in questa società contraddittoria, ci piace: "lui" è "noi", noi siamo lui, Brunori non è altro che la proiezione dell'uomo e della donna odierni, che lottano ogni giorno tra ciò che vorrebbero e ciò che hanno. E oggi si ha veramente poco: c'è una linea labile tra l'accontentarsi e il raggiungere la felicità. Nel VOL. 3 - Il Cammino di Santiago in Taxi, il cantautore calabrese inizia un percorso, anche spirituale (non a caso il disco è stato registrato in una chiesa), fatto di suggestioni letterarie e cinematografiche; passa così da "santi morti" e "madonne" a "pornoromanzi", volendo imprimere nei suoi testi quei piccoli sconvogimenti della vita quotidiana, di ipocrisie sottaciute. Nell'ultimo album A Casa tutto bene l'autrice ci ricorda che lo stesso Brunori si accorge di essere più maturo e realista, di aver messo solo da parte l'ironia e l'auto-ironia per cantare la paura, la paura che blocca, che ci fa guardare "quella barchetta in mezzo al mare" ma che non ci fa buttare mai (ricordiamo che Brunori parla a te, parla a noi). La paura quella da esorcizzare, da "cantare a squarciagola"; il terzo step della paura invece, è quello di valicare il piccolo micromondo calabro dove Dario ha deciso di vivere, varcarlo per raggiungere sogni più concreti, quelli musicali, iniziati in Toscana e proseguiti a Milano.
"Brunori Sas - La vita pensata e la vita vissuta" è un libro completo perchè non trascura nessun aspetto dell'artista, non lo tratta con superficialità in sostanza, e nonostante ciò ha il grande dono della sintesi.

Anche la caratteristica musicale è rilevante in Dario Brunori. La Imbornone chiarisce subito, e fa bene a mettere per così dire "le mani avanti", che il cantautore calabrese non è un innovatore. Sicuramente, in un momento storico-culturale ben preciso, è intervenuto in maniera puntuale a cercare di mettere in relazione l'indie e la musica d'autore con ciò che viene definito più comunemente "pop". Indie e musica d'autore perchè è in questo contesto più "di nicchia" (qui ci sarebbe da aprire capitoli interi), che bisogna ricercare la bellezza della musica italiana, senza girarci troppo intorno. E forse, chissà, è stato proprio Brunori a sdoganare quell'it-pop di cui la critica musicale parla da qualche anno. Attraversando la scuola cantautorale di razza, con leggerezza, improvvisazione e una buona dose di teatro-canzone post-moderno, Brunori ha creato un personaggio pure televisivo, strappando applausi non solo con la voce e la chitarra, o al piano, ma anche con i suoi "spettacolini". Dice bene, nelle ultimissime pagine l'autrice: Brunori ha avuto sicuramente il merito di analizzarsi e contestualmente di analizzarci, uno per uno, come uno specchio, con lucidità e cuore, con la capacità di trasformare in arte la sensibilità.


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