“Ora lavori per me e voglio che tu
capisca come funzionano le cose qui... se hai un problema trascini le
chiappe nel corridoio, bussi alla porta, ti siedi, ne parliamo ed io
te lo risolvo”
Ci chiediamo cosa può portare di nuovo
nel panorama televisivo mondiale una serie che si intitola “F.B.I.” sulla CBS, l'ennesimo police procedural con le consuete storie, le
sottotrame dei vari personaggi sempre stereotipati, con i dialoghi
ripetuti, già sentiti mille volte. Dietro le quinte
Craig Turk e il solito Dick Wolf, lo stesso delle serie
“Chicago” e “Law & Order”, uno che sicuramente ha creato
grandi Cult per la Tv, ma che forse avrebbe bisogno di una bella
svecchiata. La trama si racconta molto velocemente: la serie segue le
vicende dell'F.B.I. di New York e del lavoro degli agenti dentro gli
uffici, ma soprattutto fuori di essi e mettendo in luce le grandi
capacità e l'intelligenza degli uomini che lavorano al suo
interno e che cercano di mantenere le strade della città al sicuro,
visibilmente con scarsi risultati perché ne succedono
quotidianamente di ogni. In questo contesto troviamo: Maggie Bell,
interpretata da Missy Peregrym, famosa per essere stata nel cast di
“Reaper” e “Rookie Blue”, e che qui è un agente speciale,
vedova di un giornalista investigativo, combattiva, audace e che si
impegna per la protezione della sua città. Il partner di Maggie è
Omar Adom Zidan, detto “O.A.” (Zeeko Zaki), ex soldato
dell'esercito, già sottocopertura per la DEA ed ora prelevato
dall'FBI grazie alle sue capacità organizzative. A sorvegliarli c'è
Dana Mosier (Sela Ward), supervisore della squadra. A chiudere il
cast: Kristen Chazal (Sbonée Noel), analista; Ellen Solberg, che ha
il volto di Connie Nielsen, attrice famosa soprattutto al cinema per
aver interpretato, tra gli altri, i ruoli di Lucilla ne “Il
Gladiatore” e la Regina Ippolita in “Wonder Woman”, che qui è
uno degli agenti speciali della squadra; ed infine l'assistente
speciale Jubal Valentine, interpretato da Jeremy Sisto, già visto
più volte al cinema ed in svariate serie tv, tra cui “Suburgatory”.
Il cast c'è e si vede e la serie ha decisamente una forte identità,
su questo non ci piove, ma la formula procedurale di Wolf è sempre
la medesima, con esplosioni, soccorsi che arrivano dopo 5 secondi,
eroi che affrontano il pericolo come se fossero dei Superman senza
poteri, tanto che il creatore e produttore sta già pensando a creare
un filone in stile “Chicago” anche per “F.B.I.” ed ha già
preparato il Pilot per lo spin-off dal titolo “FBI: Most Wanted”,
diventando così l'ennesima spina nel fianco di una serialità
talmente monotona e banale da non capire come ci possano essere
ancora persone che riescono a seguire questo genere di serie tv, dopo
anni di “NCIS”, “Chiacago Fire”, “Chicago P.D.”,
“Criminal Minds”, “Hawaii Five-O”, “Scorpion” e chi più
ne ha più ne metta. Certo è che in Italia la serie ha subito
trovato la sua collocazione ideale: Rai 2, che si accaparra tutti i
police procedural in arrivo da oltreoceano senza mancare un colpo,
pur notando un visibile calo negli ascolti, ma persistendo nel voler
continuare a mandare in onda copie di serie sempre identiche tra
loro. Non si può però non dire che la serie non sia recitata bene e
che non sia adrenalinica, con una narrazione certo invidiabile,
abbiamo però dei dubbi se pensiamo a lungo termine, a cosa possa
offrire in futuro una serie del genere, ma meglio non pensarci.
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