Sick Tamburo - Paura e l'amore



Dopo l’ottimo “Un giorno nuovo” che era un disco di rinascita “dalla malattia”, di speranza, per più di un verso, i Sick Tamburo di GianMaria Accusani rilasciano una sorta di ideale seguito con  "Paura e l’amore”. I Sick Tamburo sfoggiano anche stavolta un look scarno, apparentemente dai toni scanzonati, ma solo per stemperare l'intensità delle parole,  capaci di arrivare "vere" con semplicità disarmante ed emozione, ad affrontare tematiche importanti e di un certo spessore, affondando il colpo con urgenza espressiva regalando un altro grande album:

“Lisa ha 16 anni”: dissonante e toccante filastrocca col piano portante "carico d'attese" che ben regge il testo e che si “libera” nel ritornello “Corri Lisa, corri per sempre” che tratta con delicatezza il tema degli orfani in attesa di essere adottati

“Baby blu”: altra filastrocca deviata che procede con tono beffardo secondo dinamiche punk: “ti piacciono gli stronzi è la tua vita amore e sai che condivido”

“Quel ragazzo speciale”: acustica e scarna, con la sezione ritmica che si fa accattivante nel ritornello per questa sorta di ballad circolare sul tema dell'autismo: “Andrea è così speciale, non controlla i sentimenti cerca sempre di scappare”

“Agnese non ci sta dentro”: “e quando arriva la sera, Agnese inizia a pregare” a tinte punk tra rabbia e disillusione: “e quella cicatrice è un ricordo d’infanzia di quell’amico del padre che la voleva tutta per se” un altro ritratto di bambina costretta a diventare donna troppo in fretta

“Puoi ancora”: il primo singolo estratto con gli archi in evidenza e con tanto di ritornello killer tipico dei nostri, una vera e propria perla: “non sarà più come allora lo so ma puoi divertirti ancora con me tienimi stretto come sai tu così non so dirti cosa c’è”

“Anche Tim Burton la sceglierà”: sberleffo a tinte elettroniche con i claphands a tenere il ritmo danzereccio: “l’amore non c’è niente senza l’amore, dolore non c’è niente senza dolore”

“Impermanente”: “ti sei stufata di me, noia e normalità” mantra pop con svisate blues

“Mio padre non perdona”: “.. e lo so lui mi sparerà” trascinante punk rock a narrare la paura di essere normale e i sogni dei genitori che si riversano sui figli.

“Il più ricco del cimitero”: dall'incedere marziale e dal mood incendiario: “non voglio niente con me niente mi servirà”

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