"- Hai tradito la nostra amicizia - Io ho amato noi due - Hai amato Stanlio e Ollio ma non hai mai amato me"
Magico, emozionante.. per più di un verso commovente è “Stanlio e Ollio” di Jon S. Baird. Un film potente, che trasuda cinema da ogni inquadratura, profondo, costruito sulla sceneggiatura solida e incisiva di Jeff Pope, tratta dal libro di A.J. Marriot, sorretto dalla fotografia sontuosa di Laurie Rose e da una recitazione straordinaria: Steve Coogan e John C. Reilly, rendono letteralmente "un'anima divisa in due" e vanno al di la della somiglianza fisica o della seppur a tratti impressionante riproposizione delle celebri gag… del duo, della coppia.. imprescindibilmente e fino alla fine, perché uno non può esistere senza l’altro, su un palcoscenico, sullo schermo, e forse anche nella vita, quella vera, quella fatta di cavalli e divorzi di Ollio che "si sposa" e si scontra inevitabilmente con lo scorrere degli anni con un’esistenza dedicata all’arte, alle donne e all’alcool di Stanlio. La pellicola prende avvio dal primo grande dissapore dei due sul finire degli anni trenta, che sancisce il divorzio della coppia, che si ritroverà per una lunga tournée teatrale sedici anni dopo, nell’attesa di tornare insieme in un fantomatico film "Robbin' good" che non vedrà mai la luce. Ricca di decadenza e fascino, alla resa dei conti è la storia di una grande amicizia, che il cinema ha reso speciale e immortale.
Commenti
Posta un commento