- “Mi è stato solo detto: vai è
combina un guaio”
- “Ovvio, sei un demone... è il tuo
lavoro!”
Non si può non vedere una serie come
“Good Omens”, anche solo per l'unione dei due splendidi
protagonisti: David Tennant e Michael Sheen. Bastano solo questi due
nomi per spingere questa nuova serie della Amazon Prime Video tra le
cose più accattivanti degli ultimi anni. Ma lo sappiamo, un buon
cast non fa una buona serie, ma per fortuna stavolta il buon cast è
circondato da una cornice che è nella (quasi) totalità di qualità,
partendo dalla sigla e dalla rispettiva colonna sonora, passando per
la trama originalissima, tratta dal romanzo di Terry Pratchett e Neil
Gaiman dal titolo omonimo, ma che in italiano divenne: “Buona
Apocalisse a Tutti”. Tennant è Crowley, il serpente che indusse
Eva a mangiare la mela, nonché demone che vive sulla Terra fin dalla
nascita di essa, e poi troviamo il suo opposto: Azraphel,
interpretato da Michael Sheen, angelo elegante e dai modi raffinati
che oggi gestisce una libreria di libri antichi a Londra. Tra i due,
fin dalla nascita dei tempi si crea una profonda amicizia, nonostante
teoricamente dovrebbero essere acerrimi nemici. A narrarci la storia
è Dio, che, non poteva essere altrimenti vista la stranezza
intrinseca della serie, è ovviamente la voce di una donna, che nella
versione originale è affidata a Frances McDormand. Ma c'è anche la
voce di Satana che è quella di Benedict Cumberbatch. Il cast è
numerosissimo, ci sono oltre 50 personaggi, tra cavalieri
dell'apocalisse, streghe, umani, arcangeli, e perfino Gesù, che qui
ha il volto di Adam Bond e poi c'è Freddy Mercury che invece è
interpretato da Ben Crowe, ma tra tutti dobbiamo sicuramente
ricordare anche Jon Hamm che interpreta un egocentrico Arcangelo
Gabriele, che guida l'esercito del Paradiso. Si parte dal giardino
dell'Eden e lì conosceremo l'improbabile amicizia tra Aziraphale e
Crowley, che cresce e si forma in oltre 6.000 anni di storia
dell'umanità.
Il nostro pianeta diventerà la loro casa e si
affezioneranno ad esso tanto da cercare di evitarla questa famosa
apocalisse. Evitarla ad ogni costo. La causa della fine di tutto è
un bambino e così i due si uniscono divenendo Crowley la balia del
piccoletto e Aziraphale giardiniere della famiglia. Solo alla fine
degli 11 anni fatidici che avrebbero poi portato all'apocalisse viene
detto loro che per tutto quel tempo hanno sorvegliato il bambino
sbagliato. Questo lo splendido incipit di una serie a cui non manca
nulla: azione, avventura, humor, scene di incomprensioni tra i due
protagonisti, stregoneria, travestimenti, per quello che è
intrattenimento allo stato puro. C'è però un evidente crollo
tensivo quando nessuno dei due protagonisti è sulla scena, tanto che
ci sono, nel corso dei 6 episodi da 50 minuti ciascuno che compongono
questa miniserie, momenti dalla narrazione molto lenta ed attimi di
profonda noia. Nonostante tutto ci sono diverse scene di vera follia
e di pura comicità che grazie al cast perfetto riescono ad essere
momenti di puro godimento seriale, anche perché la serie è un
elogio alla speranza, alla diversità, all'amicizia che compensa le
differenze, perché tutti possono migliorare. E non possiamo non
considerare il fatto che “Good Omens” ha un aspetto tecnico
eccellente e la co-produzione con BBC Two certamente impreziosisce
tutto. La serie è dedicata alla memoria di Terry Pratchett che non
ha potuto quindi partecipare alla stesura della sceneggiatura della
serie e che aveva da anni il sogno di trasportare i personaggi del
suo libro in “realtà”. In compenso ci ha pensato Neil Gaiman,
insieme al regista Douglas Mackinnon, a dare giustizia alle pagine di
quel romanzo scritto a quattro mani, quasi 20 anni fa.
Personaggi e doppiatori:
Azraphel (Alessio Cigliano)
Crowley (Christian Iansante)
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