“Generale, non sono un rappresentante
della Compagnia delle Indie Orientali, né sono più un tenente. Sono
solo John Beecham, egregio. Ho lasciato la compagnia anni fa e ho
fondato un'impresa, per il commercio.”
L'inglese ITV ci porta nel lontano 1795
a Delhi, per raccontarci la storia della famiglia Beecham prima
dell'avvento del dominio britannico nelle terre indiane, lì nasce
“Beecham House”, una casa che John, il capofamiglia, costruirà
per tenere al sicuro se stesso e la propria famiglia. Da qui quindi
il titolo di questa nuova serie creata da Gurinder Chadha, la cui
prima stagione è composta da sei episodi. John, qui interpretato da
Tom Bateman, è un ex soldato delle Indie Orientali, che torna in
Patria per protestare e diventare uomo d'affari indipendente pronto a
salvare la sua terra schiacciata dalle guerriglie. Lui stesso si
definisce “un commerciante leale e non un saccheggiatore”. La
figura di contrasto, come romanzo vuole, a formare così il connubio
bene/male, buono/cattivo, è il Generale Castillon (Gregory Fitoussi)
che, insieme all'imperatore locale Shah Alam (Rshan Seth), stanno
portando il Paese alla rovina, o almeno così dice e pensa il nostro
protagonista. Interesse amoroso di John, è Margaret (Dakota Blue
Richards), governante della tenuta, mentre il suo più caro amico è
Samuel (Marc Warren). Nel frattempo c'è anche una promessa sposa,
tale Violet (Bessie Carter), decisamente bruttina, che lui non ama,
ma che la madre, interpretata da Lesley Nicol, vuole a tutti i costi
che il figlio sposi.
La tenuta è ampia, la casa sontuosa, come a
voler un po' ripercorrere quella che fu “Downton Abbey”, ma non
possiamo mischiare le due serie, perché se in quest'ultima c'era
tutto il fascino e la perfezione di quella che a nostro avviso è
stata una delle serie più belle del nuovo millennio, “Beecham
House” è la dimostrazione di tutto quello che una serie non
dovrebbe assolutamente essere: trama scarna e priva di fascino e
originalità, attori dalle espressioni facciali monocromatiche, tenta
di salvare il salvabile un Bateman evidentemente in difficoltà, la
regia naviga nell'acqua alta, perfino i costumi sembrano a tratti
essere anch'essi delle parodie di se stessi, con un John Beecham che
appare come un Indiana Jones venuto male ed un contesto che invece
sembra uscito da un “Aladdin” di terz'ordine. Si salva soltanto,
ma solo in parte, una location ovviamente non sfruttata a dovere. Era
da anni che non vedevamo una serie inglese così brutta, perché
l'Inghilterra ormai ci aveva abituati a delle eccellenze e ad una
qualità davvero molto elevata, ma qui si è caduti davvero molto in
basso.
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