Quentin Tarantino - C'era una volta a.. Hollywood



"- Un brindisi a mia moglie e alle mie fidanzate.. che non si incontrino mai"

Sul cinema, per il cinema e nel cinema… sulla fine di un periodo d’oro che si può procrastinare anche se è imminente… la fine… C’era una volta a.. Hollywood di Quentin Tarantino è un atto d’amore, verso il cinema che lo ha influenzato nel corso degli anni, che ha posto le basi della sua regia e del suo modo di raccontare, sempre incalzante, avvolgente, con immagini vivide, dal ritmo serrato, il tutto carico di dettagli che fanno la differenza, per non parlare di rimandi e citazioni, con la caratterizzazione eccelsa dei personaggi, un caleidoscopio che è ora Pop, Pulp,  Western, Noir, Poliziesco, passando da un genere all’altro con rispetto e maestria, da Godard a Hitchcook, con l'Italia nel cuore, sempre con ironia, efferatezza, a volte anche gratuita, comicità sotto mentite spoglie. Tarantino è questo e quanto altro. E da sempre. “C’era una volta a.. Hollywood" non fa differenza, ma rispetto agli altri lavori è uno dei film più semplici e immediati con tutte le virgolette possibili della sua cinematografia. Anche perché in questo caso molti raccordi narrativi non hanno bisogno di essere sviscerati, in quanto ben impressi nella memoria collettiva.



Siamo "negli anni del ’68", in piena rivoluzione di usi e costumi, i protagonisti sono un attore di valore, che non è riuscito a sfondare, afflitto dall’alcol, ma capace ancora di tirar fuori il vecchio leone che è in lui, anche se irrimediabilmente sul viale del tramonto e la sua controfigura, che ha un’umiltà e una dignità decisamente d’altri tempi e di elevata statura morale. Stiamo parlando dei personaggi interpretati dalla coppia Di Caprio/Pitt… difficile trovare di meglio, non solo a livello puramente interpretativo ma anche difficile, se non impossibile trovare un’intesa migliore tra due protagonisti. Un vero e proprio idillio d’amorosi sensi. Nel mezzo, la vicenda che vide coinvolti Sharon Tate e la comunità capitanata da Charles Manson, opportunamente tenuta sullo sfondo, come una minaccia, che aleggia sulla storia in se, ma non risulta protagonista, neanche nel suo dipanarsi. Perché alla resa dei conti, questa è una storia di un'amicizia, poggiata su nobili valori dentro a un cinema/già prodotto di massa, ma ancora carico di ingenuità e sogno, di speranza.  Perché "C'era una volta a.. Hollywood" è un vero e proprio omaggio alla settima arte, alla sua purezza, la realtà ci può anche stare, ma non può farsi preponderante. Rovinare tutto. E’ così che del resto si realizza l’happy end hollywoodiano perfetto. Tarantino lo sa benissimo e gioca su più piani di realtà, di reality/fiction, che porta avanti per i suoi scopi e per far si che i cattivi cambino e che i buoni... No, sarebbe troppo semplicistico. Ma rimane l'impressione, perché è cinema, anche nel senso di fiaba e alla fine andrà tutto come deve andare. Ma non esiste una morale, qualcosa di edificante da tirar fuori in questa storia, una qualsivoglia lezione pedante. E' cinema, è azione, ciak, si gira. E i personaggi ci sono dentro fino al collo, intrecciano le loro relazioni, come minacciati e impossibilitati al cambiamento, mentre è il mondo stesso che chiede di cambiare e cambierà, ma noi intanto ci godiamo l’American Dream nella più alta delle sue forme e nella sua ultima stagione felice. Non è un capolavoro intendiamoci, ma Tarantino conferma in pieno il suo talento, in primis dal punto di vista registico nonché puramente visivo, il far sentire lo spettatore  dentro all’azione,  senza bisogno di 3D è un dato di merito non da poco, per un film “C’era una volta a.. Hollywood che è lineare, compatto, geometrico, in pieno stile tarantiniano a cui manca comunque qualcosa… al di là di un ipotetico taglio di una ventina di minuti buoni, manca la zampata del vecchio leone… ma in fondo a pensarci bene, il tutto è perfettamente aderente al personaggio di Di Caprio, vera e propria nemesi del regista, "portatore sano del messaggio vero o presunto del film" e quindi, va bene così:



"- Vuoi che ti succhi il cazzo mentre guidi? -  Quanti anni hai? - Complimenti sei il primo che lo chiede.. facciamo come i bambini, ho 18 anni"

"- Io non sono troppo giovane a farmi te, mentre tu sei troppo vecchio per  fottere me - No io sono troppo vecchio per essere sbattuto in cella per una scopata"

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