Servant (Apple Tv+)



“Terapia con oggetto transizionale, così la chiama quella specie di guaritrice che la segue. Per ora stiamo mantenendo il segreto sul decesso, non volevo sottoporre Dorothy a un ondata di condoglianze... lo sanno solo suo padre, suo fratello e adesso tu” 

La Apple Tv+ cresce passo passo in qualità e questa cosa la si evince anche grazie a “Servant”. Approdata sul canale on demand il 28 novembre scorso, la serie è la prima di carattere horror, di natura psicologica del canale. La serie segue le vicende di Dorothy e Sean Turner, interpretati rispettivamente da Lauren Ambrose e Toby Kebbell, una coppia che ha da poche settimane perso un figlio, dopo appena due mesi dalla nascita. Questa atroce perdita porta Dorothy in uno stato catatonico che supererà grazie all'arrivo in casa di una bambola - dietro consiglio di una terapeuta che segue la donna - la cosiddetta “Reborn Doll”, una bambola dalle sembianze assolutamente realistiche di un neonato, che Dorothy crederà essere davvero suo figlio. Sean quindi si troverà costretto a mentirle e ad affrontare il dolore da solo. Una sera però la coppia decide di prendere in casa con loro una tata, Leanne (Nell Tiger Free), una giovane ragazza, apparentemente timida e riservata.




Ben presto sarà Sean ad accorgersi che c'è nella ragazza qualcosa che non va e che non è tutto oro ciò che luccica. Nel cast anche Rupert Grint nel ruolo di Julian, fratello di Dorothy. La serie è decisamente cupa, claustrofobica, e ciò rende interessante l'atmosfera di una sceneggiatura che non brilla in originalità, ma che riesce ad attirare l'attenzione e ad essere farcilmente empatica con il telespettatore. Di certo, a quelli più ferrati in materia di cinema horror allo stato puro, “Servant” sembrerà più un thriller psicologico di scarsa autorevolezza in campo horror, ma la serie a tratti risulta davvero inquietante. Sono le due donne il punto forte dello show e questo lo si evince fin dai primi minuti, sono quelle che nascondono tutto il marcio: Leanne è una ragazza religiosa e crudele, dallo sguardo freddo e vuoto, mentre Dorothy è logorroica e visibilmente instabile. Sean è invece il lato “buono”, il lato più sarcastico di una serie che altrimenti sarebbe troppo buia e priva di brio. Da “Servant” però si capisce una cosa fondamentale: che non occorrono necessariamente grandissimi nomi nel cast per fare una buona serie, occorre semplicemente che la sceneggiatura funzioni. In più, anche se il cast non è “famoso”, lo show è comunque recitato splendidamente e la trasposizione col doppiaggio in italiano non sminuisce assolutamente le interpretazioni del settore attoriale originale. Creata da Tony Basgallop per la Apple Tv+, la serie è, finora, la cosa migliore mandata in onda dal canale. Una volta iniziata è difficile da abbandonare.

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