Bugo - Cristian Bugatti


Non è un caso che il nuovo album di Bugo si intitoli Cristian Bugatti. Non è certo mancanza di ispirazione e neanche tanto di "sincerità", qualità che in Bugo si riscontra sin dagli esordi.. ma di mettersi totalmente a nudo e al centro di canzoni tanto personali quanto per più di un verso capaci di parlare a tutti, senza sovrastrutture di sorta. Non è per l'appunto un caso che questo sia il disco più pop del nostro, che in un certo qual modo, cerca e trova la maniera semplice e costruttiva di donarsi agli altri.. e arrivare al cuore.



“E canterò canzoni fuori moda com’è l’educazione” è una vera e propria dichiarazione d'intenti e infatti l'album si apre con l'elettropop di “Quando impazzirò” col basso portante: “E io ti voglio bene, tanto bene, troppo bene ma tu non vali niente come una birra analcolica... che nemmeno un cane e io ti avrei sposato l'altra sera in macchina”. Irresistibile. 
Come lo è del resto il brano presentato a Sanremo in coppia con l'amico/nemico Morgan: “Sincero”:  “ma sono solo io, mica lo sapevo” dove continuano a farla da padrone i richiami a un determinato tipo di sound, con Battiato che aleggia: “sono sincero me lo hai chiesto tu, ma non ti piace più” quel sound che lo stesso Bugo ha dichiarato, richiama i primi Bluvertigo. La cosa che balza agli occhi ascoltando questi due brani, con tutto quello che è successo dopo... è che le parole risuonano addirittura profetiche. Roba per quelli che pensano che la faccenda sia tutta una montatura, una strategia di marketing, etc.. Si continua con il funk godibile di “Come mi pare”: “senti che musica c'è ma i gusti sono gusti conosco uno che gli piace Fanta e Whisky”. Una delle migliori tracce dell'album è senza dubbio “Al paese”: Il cane fa pipì sul monumento tutti sanno che ci pensa il tempo Si fa i signori ad inizio mese al paese” un ritratto acuto e poetico di un microcosmo, la provincia italiana in un bozzetto cinematografico: “E la signora che fu bella manda certe occhiate dentro al bar come una star”. “Che ci vuole”:"Che ci vuole a tirarsela un po'; basta dire che Sanremo fa cagare… Ci vuole poco a diventare famosi, basta un vaffanculo in TV" coretti e fiati per un brano trascinante contraddistinto dalla solita autoironia: “A me ci vuole te come Mindy e Mork come pizza e coca.. cola”. “Fuori dal mondo”: esplosione di fiati introducono questa ballad e continuano a tessere la melodia: “non è questa la vita che ti immaginavi, siamo adolescenti anche a 40 anni” evocativo il ritornello venato di soul. “Mi manca”: con Ermal Meta, “E mi manca aspettare l’estate, le caramelle colorate e mi manca una bella canzone, comprare qualcosa con le figurine” dal mood nostalgico e complice come il primo Luca Carboni. “Un alieno”: qui il riferimento sembra essere Enzo Carella, e quindi Panella prima di Battisti: “sono un alieno che ci faccio su questo pianete, sono un alieno, ma non mi dite che questa è vita”. Battisti, quello della seconda metà degli anni 70 torna in “Stupido eh?”: “Ho solo bisogno di te di sentire che c’è il tuo piede nel letto se no non mi addormento”.






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