MAX COLLINI LEGGE L'INDIE
Compagne e Compagni di Italia Viva, eccovi il secondo singolo e video scelto per il tour di "Max Collini legge l'indie".
Visto che lo spettacolo sbarca a FIRENZE in una settimana così dolcemente complicata per il partito di Matteo Renzi non potevo che scegliere l'inno della #Leopolda, scritto da sua maestà Tommaso Paradiso. Il brano è "Non avere paura (Vladimir)"
LE PROSSIME DATE
21/02 Perugia - Postmodernissimo
22/02 Firenze – Buh!
13/03 Lugagnano (VR) - Malkovich
25/03 Milano - Teatro Filodrammatici
09/04 Reggio Emilia - Arci Rondò
Dopo una serie di date in tutta Italia, Max Collini, voce narrante e l'autore dei testi degli Offlaga Disco Pax, torna nel 2020 con il tour dove interpreta i testi dell'indie italiano degli anni Dieci.
Lo spettacolo di Collini è assurdo e divertente e la sua interpretazione di brani come Pesto di Calcutta, Completamente dei Thegiornalisti e molti altri regala nuovi significati più che ironici alle parole della nuova musica italiana.
Appassionato di musica indipendente prima ancora di diventare uno che la scena degli anni zero se l'è poi mangiata a pranzo e cena con i suoi Offlaga Disco Pax, Max Collini recita, legge, racconta testi, modi, tempi, metodi e linguaggio di ciò che amate chiamare indie e come sia cambiato nel corso di questo decennio. Come alcuni gruppi considerassero il loro punto di arrivo riempire il piccolo Covo club di Bologna per poi ritrovarsi a mandare "completamente sold out" il Forum di Assago e altri luoghi prima frequentati solo per vedere le partite di basket. Cosa abbia reso possibile il fatto che il principe dell'indipendenza (sua maestà Manuel Agnelli) sia finito a fare il giudice a XFactor e un figliuol prodigo di quella storia (Lodo Guenzi) invece pure. In mezzo Calcutta, Coez, Coma Cose, i Cani, Gazzelle, Lo Stato Sociale, Achille Lauro, Young Signorino e chi più ne ha più ne metta. Il nuovo pop, il vecchio cantautorato, la trap romagnola, le parole, i testi, le note, ma anche lo sconforto, l'invidia, l'ironia e, a tratti, l'ammirazione. Per chi ce l'ha fatta, per chi vorrebbe farcela e per chi non ce la farà mai.
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