Council of Dads (NBC)



“Come raccontereste la storia di una famiglia? Immagino iniziereste dal principio. All’inizio eravamo solo io e mio padre fino ai miei otto anni. Poi ha incontrato la mia matrigna, Robin, e hanno avuto Theo e abbiamo adottato Charlotte e poi è arrivato il mio fratellino JJ”

Tratto dall’omonimo libro di Bruce Feiler, “Council of Dads” è la classica proposta drammatica che ogni anno la NBC ci propina nel proprio palinsesto, ma solitamente non ci azzecca mai, escludendo “This is Us”, ma quello è un caso a parte, una rarità. “Council of Dads” è invece il solito drama senza infamia e senza lode, con un buon cast, una trama con segreti e bugie, genitori che muoiono e figli che restano orfani. In questo caso il morto è Scott Perry, che riviviamo nei flash-back ed ha il volto di Tom Everett Scott, la vedova è Robin l’indimenticata Sarah Wayne Callies di “Prison Break”. La coppia non si è fatta mancare niente, avendo nell’ordine, una figlia biraziale, Luly (Michele Weaver), che è anche voce narrante dello show, avuta da Scott in una precedente relazione e che lui ha cresciuto per otto anni come padre single prima di conoscere Robin, poi c’è Theo (Emjay Anthony), primo figlio biologico della coppia, Charlotte (Thalia Tran), bambina di origini asiatiche che hanno deciso di adottare ed infine JJ (Blue Chapman), figlio transgender di sette anni che alla nascita era una femmina. Ma torniamo alla trama: malato di cancro, Scott muore e, preoccupato per la sorte dei suoi figli decide di creare il “concilio dei papà” chiedendo ai suoi più cari amici di diventare delle figure paterne per i suoi figli. Alla sua morte diventeranno una vera e propria famiglia molto allargata. Un casotto non da poco insomma. Quasi ci dimenticavamo di un piccolo particolare: tra la malattia, le operazioni, la chemio, i figli ed il lavoro di pediatra di lei, la coppia troverà anche il tempo per partorire un altro figlio, il quinto, una bambina di nome Hope, proprio poco prima della morte del capofamiglia. Ma torniamo ai papà prescelti, che sono: Oliver (J. August Richards), medico e migliore amico di Robin, Anthony (Clive Standen), chef e migliore amico di Scott, ed infine Larry (Michael O’Neil), sponsor di Scott degli Alcolisti Anonimi. Da qui si dipanano, tra passato e presente, una serie di avventure e disavventure, decisamente poco originali, che si lasciano seguire, ma senza coinvolgimento per la quale. Lo show tra l’altro a tratti ricorda vagamente “A Million Little Things”, però la serie della ABC è più intrigante nella trama ed i personaggi sono nettamente migliori, qui invece manca sempre qualcosa in tutto, nei dialoghi, nella sceneggiatura, nella narrazione, c’è sempre qualcosa di assente, di vuoto. Nulla da dire sul cast, come abbiamo già detto, ma come abbiamo anche ripetuto in altre occasioni: un cast non può portare il peso di tutta una serie tv, specialmente quando questa non brilla di luce propria e a “Council of Dads” manca il luccichio, manca qualcosa di seriamente originale che la distingua dalla massa, manca quel guizzo che porti il telespettatore ad appassionarsi completamente alla storia. Tutto sommato malgrado la trama che puzza di già visto, come tutti i drama delle tv generaliste americane, si lascia seguire, come passatempo non è male. Nel frattempo qualche giorno fa Mediaset ha stilato il palinsesto per i prossimi mesi e tra le serie tv acquistate dal colosso di Berlusconi c’è anche “Council of Dads” che quest’estate dovrebbe riempire il prime time di Canale 5.

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