Nuovo brano insieme per Daniele Silvestri e Rancore: Il mio nemico invisibile
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Il cantautore lo presenta con queste parole:
Quando è arrivato, l’uragano Covid in un attimo ha spazzato via tutto: vite, progetti, sogni, promesse..E ora che stiamo provando a riprenderci la “normalità” - mai così desiderata - ci ritroviamo in uno strano limbo, in una zona a cavallo tra la sensazione che nulla sarà più come prima, e il timore (o la speranza, a seconda dei punti di vista) che questa specie incredibilmente adattabile che chiamiamo Uomo saprà ricominciare in un batter d’occhio come se niente fosse. Nel bene e nel male appunto.
Difficile comunque pensare che non rimarrà uno spartiacque quello che è successo a un intero pianeta in questo 2020.
Intanto, mentre ci si riaffaccia su questo mondo che prova a ripartire, sono nate nuove storie, nuovi racconti. Mentre altri - che erano rimasti sospesi - provano ad adattarsi e riprendersi uno spazio.
A me e Tarek (Rancore) sono successe entrambe le cose.
Con “Lost in the desert” ci siamo ritrovati coinvolti in un progetto collettivo (secondo me bellissimo) interamente figlio di questa pandemia. Nelle motivazioni, nei modi, nei tempi e negli scopi.
Con “Il mio nemico invisibile” invece riannodiamo i fili di una storia interrotta, un racconto che il Covid aveva sospeso.
Già alla fine dell’ultimo Tour vissuto insieme nei palazzetti di mezza Italia, avevamo deciso che la versione de Il mio nemico che proponevamo dal vivo, frutto dell’incrocio tra il mio testo e altri due testi di Rancore, si era guadagnata sul campo il diritto a esistere anche fuori da quel palco.
A fine febbraio eravamo già a buon punto, quasi pronti a battezzarne l’uscita discografica.
Poi il cataclisma globale.
Che non ha interrotto solo il lavoro, ma anche banalmente il senso della cosa, la necessità artistica che c’era dietro, l’opportunità.
Ognuno di noi si è ritrovato in un mondo nuovo, sconosciuto in gran parte.
E le “storie” precedenti a questa specie di “guerra mondiale” non sembravano avere più alcun senso.
Poi però, piano piano, la necessità è tornata. E forse proprio perché sembra di “uscire” da una guerra, l’immaginario proposto da Il mio nemico non sembrava più così inadatto. Anzi.
Solo che a quel punto il racconto non poteva prescindere da quanto appena successo, e così sia io che Tarek abbiamo inevitabilmente ripreso in mano il pezzo modificando lo sguardo e le intenzioni, cambiando e riscrivendo anche una parte del testo.
È così che è nata “Il mio nemico invisibile”.
E la storia continua.
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