“State affrontando un 50/50: colpevoli o innocenti? La Corte ritiene che la risposta sia ovvia: colpevoli di tutte le accuse!”
“La serie si basa su eventi reali. Alcuni avvenimenti e personaggi sono stati modificati per scopi scenografici”, parte da questa frase la nuova serie della inglese ITV “Quiz”, scritta da James Graham e diretta da Stephen Frears (“A Very English Scandal”) e che vede protagonista Charles Ingram (Matthew Macfadyen), ex maggiore dell’esercito dei Royal Engineers, Corpo dell’Armata britannica, che vinse nel 2001 un milione di dollari nel quiz qui in Italia noto con il nome di “Chi vuole essere Milionario?”. A seguito della vittoria però la vita dell’uomo cambiò radicalmente, tanto da essere poi stato sottoposto a processo penale insieme alla moglie per aver truffato sulla suddetta vittoria. Tre puntate che raccontano uno degli scandali televisivi più clamorosi del nuovo millennio. La prima cosa che colpisce della serie è sicuramente il cast e la presenza di Michael Sheen nei panni di Chris Tarrant, conduttore del quiz all’epoca del fattaccio e che venne suo malgrado coinvolto nello scandalo. Cosa successe esattamente quella sera? Praticamente Charles ad ogni domanda scandiva lentamente e ad alta voce ogni opzione di risposta ed un complice seduto tra il pubblico tossiva nel momento in cui il concorrente scandiva la risposta esatta. Ad interpretare la moglie di Ingram, Diana, c’è un’altra nota attrice Sian Clifford. La serietà con cui si affronta la “vita” dietro le quinte dello show business cozza profondamente con quella che dovrebbe essere davvero la parte seria dello show, la truffa. La parte più odiosa è proprio quella del dietro le quinte, perché quando l’attenzione di sposta sugli Ingram e sulla vita della gente “normale” fuori dagli studi televisivi, tutto si alleggerisce e il dramma diventa più avvincente. Ci sono anche: Risteard Cooper che interpreta David Liddiment, direttore della All3Media, società che produce il quiz e Adrian (Trystan Gravelle), fratello di Diana che umanizza la storia, rendendo la sorella quasi una vittima del contesto. Ci sono personaggi che sembrano realmente folli. Il Pilot è accattivante e la serie di 3 ore si segue tranquillamente anche in un’unica soluzione, senza nessun problema, perché ti tiene facilmente incollato davanti allo schermo, per capire dove quella stessa follia va a finire. Anche quando si sentono frasi durante il processo del tipo “Presentiamo entrambe le parti e facciamo “chi vuole essere milionario” chiedendo l’aiuto del pubblico... Chiediamo al pubblico di decidere se sono colpevoli o innocenti”. Per il resto la miniserie è di buona qualità, diventa ottima grazie al cast, nella quale Graham descrive la vita reale senza stare dalla parte di nessuno, senza puntare il dito, rimanendo neutrale per far scegliere il telespettatore da che parte effettivamente stare, non ribaltando le carte in tavola né da una parte né dall’altra.
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