Little Voice (Apple Tv+)



- “Perché scrivi canzoni che nessuno ascolta?”
- “Scrivo per me stessa… tipo un diario”
- “Ah… quindi te ne stai nascosta…”

Quando si legge il nome di JJ Abrams tra i produttori esecutivi, uno si aspetta decisamente qualcosa di diverso, visto che ci ha abituati negli anni a cose folli e spesso talmente artificiose e macchinose da doverci perdere le notti per comprendere, qui invece con “Little Voice” l’autore ci pone davanti una dramedy senza infamia e senza lode. 


E’ la Apple Tv+ a dare il via libera al tutto e Jessie Nelson alla sceneggiatura per una storia che è presto raccontata: Bess (Brittanny O’Grady) è una cantante di talento con la fobia però di cantare in pubblico, causata da un live andato male anni prima. 



Per campare quindi fa mille lavori e si chiude in un garage per creare i suoi pezzi da cantautrice che, con ogni probabilità, visto l’andazzo, non riuscirà mai a far ascoltare a nessuno. 



Ma siamo nel mondo della serialità, quindi tutto può succedere, anche che una sera ti spunti come “vicino di garage” un gran bel ragazzo, Ethan (Sean Teale), che però si scoprirà ben presto essere fidanzato. Insomma nella vita di Bess sembri non andare niente per il verso giusto. Aggiungiamoci una situazione familiare parecchio incasinata, con un padre alcolizzato ed un fratello autistico, Louie (Kevin Valdez), che se ne va in giro di notte da solo, ecco che si crea il classico ruolo da sfigata di talento con l’ancor più classico cammino tortuoso davanti per trovare il tanto agognato successo. Ha però un’amica Prisha (Shalini Bathina) che almeno lei cerca di spronarla ogni tanto. Niente di nuovo in sintesi. 


La solita New York raccontata in tutte le salse stavolta ci viene proposta in chiave musicale - anche se di musica nei primi episodi ce ne sta poca, vediamo più che altro Bess gironzolare per Manhattan e Brooklyn segnando frasi su un taccuino… qualcuno dica alla creatrice dello show che siamo nel 2020 ed anche se dobbiamo romanzare, hanno comunque inventato gli smartphone da tempo - in nove episodi da mezzora ciascuno che si possono definire gradevoli, ma niente di più. Incipit banale, proseguo della storia prevedibile, narrazione veloce dovuta ai 30 minuti ad episodio, serie carina, rilassante, estiva, con una protagonista scialba, che sembra avere un talento incredibile, ogni volta che apre bocca per trenta secondi tutti sembrano incantanti dalla sua voce, come se fosse intonata solo lei nel mondo, ma poi si chiude, ritorna sul suo taccuino, risultando poco empatica ed effettivamente, se vogliamo usare un termine musicale, poco “armoniosa” col contesto. La Apple Tv+ nonostante alcune cose, pochissime finora, di una certa rilevanza, e nonostante sia un canale che ha ricevuto diversi consensi positivi da parte della critica, per noi rimane un network qualitativamente mediocre che ne ha di strada da fare per arrivare ai livelli di Hulu, HBO e BBC.

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