“Forza, non mi faccia perder tempo… dov’è il resto del corpo?”
“Nella credenza”
Premesso che dove c’è David Tennant, salvo catastrofi, c’è sempre qualcosa di bello da seguire, in questo caso è ancora più facile, visto che la nuova miniserie della ITV, dal titolo “Des”, è composta da soli tre episodi. Tre episodi che affrontano un tema scottante, la storia di uno dei serial killer (realmente esistito) più terrificante della storia mondiale. Stiamo parlando di Dennis Nilsen, arrestato nel 1983 dopo aver ritrovato dei resti umani che giacevano in un canale di scolo nelle vicinanze di casa dell’uomo. Tra l’altro è l’uomo stesso a chiamare quelli che si occupano delle fognature per un occlusione nel canale. Il motivo di questo gesto sta a noi scoprirlo. Nel cast anche l’ispettore capo delle indagini Peter Jay, interpretato da Daniel Mays; il biografo, anche lui personaggio che esiste realmente, Brian Masters, che ha il volto di Jason Watkins, recentemente visto anche in “The Crown”; l’avvocato dell’accusa, Allan Green (Jamie Parker), l’avvocato difensore, Ivan Lawrence (Pip Torrens) ed il giudice del processo, David Croom-Johnson (Ken Bones). La scena è costantemente avvolta da una patita di orrore latente, che la si denota negli sguardi, nei gesti, nelle minuzzaglie di una serie tv che risulta emotivamente desolante, triste, piena di male marcio.
L’incipit è collocato nel 1983 nel momento della cattura di Nilsen e da lì si propaga tra presente e passato, nel corso dei 5 anni, tra il 1978 ed il 1983, in cui si è svolto tutto. Dennis è fondamentalmente un uomo “normale”, tranquillo, un ordinario narcisista, sindacalista, apprezzato dai colleghi, ma che nel privato è stato condannato per l’omicidio di 12 giovani uomini, il più piccolo aveva soltanto 14 anni. Ma è ciò che faceva dopo averle uccise che rimase nella storia come una delle cose più agghiaccianti mai ascoltate in Tv: l’uomo si faceva il bagno con le sue stesse vittime, trascorrendo effettivamente del tempo con loro dopo avergli tolto la vita. E’ tutto molto orribile.
Tennant dal canto suo è assolutamente perfetto in questo ruolo che un po’ ripercorre il filo e lo stile degli ultimi protagonisti interpretati dall’attore: il Dott. Fallon di “Criminal” e Tom Kendrick di “Deadwater Fell”, riuscendo ad affascinare e a far rabbrividire allo stesso tempo, portando alla luce del telespettatore anche un senso di nervosismo misto a violenza nei confronti del protagonista. Ma c’è anche un altro punto di forza nello show: Daniel May, che interpreta un poliziotto dall’animo buono la cui esistenza verrà intaccata irrimediabilmente da questa indagine, vedremo il suo volto cambiare nell’arco dei tre episodi, divenire sempre più scioccato, spaventato, annientato da tutto quell’orrore. Ed è nelle scene in cui i due si incontrano che scattano i momenti più belli dell’intera miniserie. ITV ci porta sugli schermi una delle miniserie più interessanti dell’autunno televisivo.
“Devo avvisarla Brian, troverà l’indagine sulla mia vita e sulle mie azioni, angosciante”
“Ne sono consapevole”
“Beh, allora passerò il peso del mio passato e delle mie azioni sulle sue spalle… E porti più sigarette la prossima volta”
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