“Glielo dirò una volta soltanto, ma c’è un tagliacarte sulla scrivania del Dott. Hanover… posso accompagnarla lì anche subito. Le piacerebbe?”
Dopo la sopravvalutata “Hollywood”, Ryan Murphy torna con “Ratched” su Netflix, qui in veste di produttore esecutivo e regista, in compagnia dell’ideatore Evan Romansky. Tratta dal romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, la serie ha come protagonista assoluta Sarah Paulson, come sempre splendida in qualsiasi ruolo essa si cali e che ormai è diventata a tutti gli effetti musa di Murphy. Qui la Paulson interpreta Mildred Ratched, infermiera che vuole a tutti i costi un posto di lavoro presso un centro psichiatrico californiano, il Lucia State Hospital, gestito dal Dott. Richard Hanover (Jon Jon Briones), che pensa che ci possa essere una cura alla follia umana. A poco a poco scopriremo il vero motivo per il quale la donna ha fatto letteralmente di tutto per entrare a far parte del team della clinica.
In parallelo però si svolge un’altra storia, quella di Edmund Tolleson (Finn Wittrock), ragazzo che una sera si intrufola in un collegio dove alloggiano una serie di preti e seminaristi per ucciderli tutti a sangue freddo, ma il vero motivo è il Sacerdote capo della congrega, perché, a detta di Edmund, potrebbe essere suo padre. A seguito dell’omicidio di massa il ragazzo verrà rinchiuso al Lucia State Hospital. A legare i due protagonisti un legame molto forte e particolare. Il cast, splendido in ogni sua parte, vede anche Cynthia Nixon nei panni di Gwendolyn Briggs, addetta stampa e responsabile della campagna elettorale del governatore Willburn (Vincent D’Onofrio); Charlie Carver che interpreta Huck Finnigan, inserviente della clinica psichiatrica in cui lavora Mildred, che ha metà del volto completamente sfigurato; Judy Davis, nei panni dell’infermiera Betsy Bucket; ed infine Sharon Stone nel ruolo di Lenore Osgood, ricca ereditiera che arruola un sicario, Charles Wainwright (Corey Stoll), per uccidere il Dottor Hanover.
La serie è incredibilmente elegante e allo stesso tempo accattivante e lo spettatore si addentra all’interno della narrazione in pochissimi minuti, dove sesso e violenza la fanno assolutamente da padrona ed in cui brilla una colonna sonora orecchiabilmente azzeccatissima. Il controllo sui personaggi e sui dialoghi è invidiabile e tutto fila via liscio come l’olio, non è mai macchinosa. Ma c’è una piccola lacuna, a volte si perde un po’ in una trama che sa eccessivamente di soap opera, una soap sicuramente noir, ma pur sempre soap. Malgrado questo lieve neo, “Ratched” è la classica serie perfetta dal punto di vista della sceneggiatura, che racchiude in sé tutte le meccaniche che tengono viva l’attenzione del telespettatore per tutti gli 8 episodi, senza mai calare e con un cast incredibile, certo forse vedere Wittrock sempre nei panni del malato mentale ha stufato un pò.
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