We Are Who We Are la serie tv di Luca Guadagnino su HBO e Sky Atlantic


“Mi sento come se ogni secondo che passo in questo posto una parte di me muore”

 

Luca Guadagnino, il regista italiano divenuto famoso negli ultimi anni grazie al film premio Oscar, “Chiamami col tuo Nome” decide di dedicarsi alla serialità e lo fa in collaborazione con la HBO e Sky Atlantic. Da qui nasce “We Are Who We Are” serie televisiva - co-ideata insieme allo scrittore Paolo Giordano, alla sceneggiatrice di “Veloce come il Vento” e “Smetto Quando Voglio” Francesca Manieri e lo showrunner Sean Conway - che concentra la sua attenzione sulla vita di due adolescenti americani appena quattordicenni che vivono in una base militare immaginaria a Chioggia. Siamo nel 2016 e tra i due, Fraser (Jack Dylan Grazer) e Caitlin (Jordan Kristine Seamon), esplode fin da subito una forte simpatia, che si trasforma ben presto in una bella amicizia (e forse in qualcosa di più?) fin da quando Fraser mette piede nella base militare in Veneto, in arrivo da New York con le sue due madri: Sarah (Chloe Sevigny) e Maggie (Alice Braga), la prima colonnello e la seconda maggiore dell’esercito americano. Qui si incontreranno e mischieranno le loro esistenze con il fratello maggiore di Caitlin, Danny (Spence Moore) ed i genitori di questi due: Richard (Scott Mescudi) e Jenny (Faith Alabi). Caitlin è fidanzata con Sam (Ben Taylor) e quest’ultimo ha un fratello soldato, Craig (Corey Knight). Ad essi vanno aggiunti infine: Britney (Francesca Scorsese), ragazza molto vivace, dai modi disinibiti e Jonathan (Tom Mercier) maggiore che inizierà a lavorare a stretto contatto con Sarah. 

Ma il cast non finisce qui ed è molto più numeroso, tra personaggi ricorrenti, secondari e guest star la lista è abbastanza lunga. Gli episodi sono otto e come sempre Guadagnino non rinuncia a mettere in scena la realtà dei fatti, tra nudi frontali e scene spinte, sempre però, a differenza di altri, in funzione della trama e mai così, tanto per buttare lì un nudo o una oscenità gratuita per attirare attenzione. Stavolta il regista ci mette di fronte ad un sentimento profondo, quello dell’odio: l’odio per le costrizioni, per gli obblighi e i doveri, ma vero fulcro di tutto è Fraser, protagonista che risulta molto antipatico, ma anche altrettanto carismatico, un personaggio che, tornando al termine suddetto, è facile odiare a prima vista, ma che bisogna conoscere meglio. Di certo non aiuta il fatto che sia un quattordicenne pieno di rabbia, capriccioso e molto amico dell’alcol, ma di contro tutti abbiamo avuto 14 anni e l’odio verso il mondo è stato simile per tutti in quella fase dell’età. Certo per fortuna non tutti si buttano sull’alcol. Fraser odia Sarah, madre biologica del ragazzo che è tra l’altro colei che l’ha costretto ad abbandonare la sua città ed i suoi amici per andare in un luogo sconosciuto, con una lingua altrettanto sconosciuta, ed è proprio questo “odio” di fondo il sentimento su cui un po’ ruotano tutti i primi episodi. 

Spesso qualcosa di negativo, che sembra rovinarti la vita, può portare qualcosa di buono, ed ecco spuntare Caitlin, con la sua vitalità e la sua voglia di essere libera. Il tutto si trasforma nella ricerca di qualcosa, probabilmente di quella libertà o felicità che a 14 anni è il motore che spinge tutto e Guadagnino racconta questo nel migliore dei modi. Una serie sul vivere il presente, sui sentimenti che ti fa provare un po’ la voglia di tornare adolescenti. “We Are Who We Are” è genuina, piena di colori, una serie che non giudica mai nessuno, che presenta al telespettatore una serie di personaggi molto ben caratterizzati, ma sui quali è complicato empatizzare, si fa fatica ad entrare in armonia con loro. La serie però è molto interessante, con una narrazione a tratti un po’ lenta, ma se si simpatizza col mondo di Fraser, sarà difficile mollarla.

Commenti

Translate