Romulus, la serie tv di Matteo Rovere su Sky


“Ogni volta che la nostra Terra è arida e lassù il cielo brucia, quando il Re non riesce a portare la pioggia, è giusto ascoltare gli Dei”

Torniamo in Italia per presentare questa nuova serie targata Sky scritta e diretta da Matteo Rovere, che ci ha preso gusto dopo il successo cinematografico di “Il Primo Re” e torna a quella Roma antica con “Romulus”, serie che affonda nuovamente la sua trama nel periodo precedente al film dello stesso regista – anche se lo stesso ci tiene a precisare che la serie non ha alcun legame con il film suddetto – e che prende spunto dalla trilogia letteraria omonima di Luca Azzolini. Qui Rovere dirige insieme a Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale, mentre gli showrunner sono Filippo Gravino e Guido Iuculano. 

In dieci episodi “Romulus” ci riporta all'VIII secolo a.C. narrandoci ciò che successe prima della nascita di Roma, quando a comandare una gran parte del popolo nella Lazio antica era Numitor, re di Alba Longa, che si troverà a dover affrontare un periodo di grave siccità e carestia, tanto che lo stesso Re ritenuto incapace, viene esiliato. I nipoti, i gemelli Yemos (Andrea Arcangeli) ed Enitos (Giovanni Buselli) ne sarebbero i diretti successori, ma c'è qualcun altro che punta al trono, il fratello minore di Numitor, Amulius (Sergio Romano), che spinto anche dalla moglie, un'arpia non da poco, Gaia (Ivana Lotito), puntano ad uccidere i due fratelli, ed in parte Amulius riesce nell'opera, perché uccide Enitos, ma non ce la fa a terminare l'impresa perché Yenos riesce a fuggire. Amulius quindi diventa il nuovo Re ed incolpa Yenos di avere ucciso il fratello. Ma c'è qualcuno che non crede alla versione del nuovo Re, ed è Ertas (Emilio De Marchi), capo della tribù di Gabi. Durante la fuga, nel frattempo, Yenos farà la conoscenza di Wiros (Francesco Di Napoli), tra i due nascerà ben presto un sodalizio che li porterà in seguito ad affrontare prove molto difficili. 

In un susseguirsi interessante di avvenimenti, in alcuni casi un po' prevedibili, “Romulus” si lascia guardare senza intoppi, forte nella parte estetica e visiva, debole da punto di vista del cast, soprattutto nella sua parte più giovane, però abbiamo decisamente visto di peggio in Italia, non da ultimo, per fare un esempio, tanto che abbiamo preferito evitare di recensirlo, il Film per la Tv “Rita Levi Montalcini” targato Rai, che sull'aspetto recitativo, e non solo, è stato a dir poco pessimo.

“Romulus” è quindi una serie storica, con molta azione e moltissimo drama, con una narrazione lineare, anche se a tratti un po' dilatata, che ripercorre le più classiche serie dello stesso filone, che può però acchiappare l'attenzione di una fetta di pubblico ampia, non è quindi indirizzato solo a chi ama la storia o più agli uomini che alle donne o ai giovani più che ai vecchi, in realtà può piacere un po' a tutti. La fotografia poi è affidata a Vladan Radovic, già David di Donatello per “La Pazza Gioia” e che qui fa risaltare ancora di più l'aspetto glaciale della trama, mischiato perfettamente col rosso acceso del fuoco e del sangue. Belli colonna sonora, costumi e dettagli tecnici, meno la caratterizzazione dei personaggi, non aiutati da una recitazione qui e là un po' mediocre.


 

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