Caparezza, Exuvia anticipa il nuovo album


Exuvia è il titolo del nuovo singolo di Caparezza che anticipa il suo nuovo album che porta lo stesso titolo e che uscirà il 7 maggio. Online anche il videoclip.

Crediti

Borotalco.Tv And Universal Music  Present

Director Fabrizio Conte

Written  Fabrizio Conte   Michele Salvemini   Morris Bragazzi   Fausto Donato

Executive Producer Matteo Stefani

Producer And Casting Director Monica Conte

Ass. Production Maria Onano

Actor Davide Enea Casarin

Director Of Photography  Stefano Bella

1Ac Nicolò Cacace

2Ac Sara Di Natale    

16Mm Shooter Marco Proserpio

Set Designer Dario Carrara

Gaffer Filippo Testa

Ronin Operator Loris Galetta

Colorist Claudio Beltrami

Vfx Andrea Ferrarello

Quad Danilo Noro

Dit Desiré Braida

Drone Operator Diego Orel

A&R Fausto Donato

Product Manager Emanuela Redaelli


Si ringrazia Graziano Ostuni di Universal e il Vicesindaco Maurizio Tentarelli del Comune di Chiaverano


TESTO


È una notte che ispira, è una notte che chiama nel bosco

È una notte che spia. È una notte di sguardi che ho addosso,

di ricordi che latrano come avessero visto il demonio,

sto scavando dentro di me così tanto che schizzo petrolio.

È il mio rito iniziatico ma non ho aculei nel corpo,

vado da “Mea culpa” ad “Ego me absolvo”.

Sono una larva sporca del mondo, 

faccio Manolo sopra quel tronco, rischio un bel tonfo.

E sarà tutto nuovo come da neonato con la pancia all’aria,

dopo il mio passaggio dalla pancia all’aria.

Schizzo gli occhi fuori dalla faccia, Lamia.

Non sto più nella pelle, mama.


Fuori di me, exuvia, spiego le ali, au revoir.

Un’altra chance escludila, gioco alla pari con l’età.

Passati appassiti, appassiti come quadranti di Dalì.

Passati parassiti, parassiti, fame di me, cannibali, exuvia.


Guardo i video che ho fatto, ho la voce e l’aspetto di un altro

Il mio autoritratto, ha i colori in eterno contrasto.

Mi sono preso i miei spazi ma ho lasciato che il tempo fuggisse.

Faccio un mucchio di cambi quindi adesso chiamatemi mister.

Sono ancora alla guida, tengo il piede alzato da quel freno

anche se della vita prendo sempre il lato passeggero.

Quello che è stato l’ho già silurato.

Ogni mio scatto è di prassi bruciato.

Non dimentico le radici perché tengo alle mie radici

ma ci ritornerò quando sarò inumato. 

I miei dubbi hanno dei modi barbari:

invadenti e sono troppi.

Il segreto è fare come gli alberi:

prima cerchi, dopo tronchi.

Chi ti spinge dopo quella soglia?

Se non è la noia, sarà il tuo dolore,

l’occasione buona per andare altrove, tipo fuori.


Fuori di me, exuvia, spiego le ali, au revoir.

Un’altra chance escludila, gioco alla pari con l’età.

Passati appassiti, appassiti come quadranti di Dalì.

Passati parassiti, parassiti, fame di me, cannibali, exuvia.


Sottoposto al rituale, obbedisco

come fosse il rituale di un sottoposto

e comincio a cantare il mio nuovo disco

come queste cicale dal sottobosco.


Fuori di me, exuvia.

Fuori di me, exuvia.

Exuvia.



(Ed. Sunny Cola Srl)

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