Blanco, la recensione di Blu Celeste


 Con quella faccia da Lichtsteiner a correre a perdifiato a tutta fascia, coi mutandoni bianchi “a colorare”,  con la voglia di gridare, di farsi sentire, di sputare via il dolore e di gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo. 

E ancora “Il prigioniero” che evade e si perde in mezzo a campi sterminati di felicità solo apparente, Alberto Camerini e le sue filastrocche, Tiziano Ferro, quando le luci si abbassano e la voce si fa profonda e si fa sentire anche senza urlare. 

Blanco è tutto questo e soprattuto quanto altro, che per adesso si può solo intravedere, ma che ci sarà di certo nel futuro di una carriera che si prefigura davvero luminosa. Non ci si può stupire del successo che sta avendo questo ragazzo, anche grazie alle prestigiose collaborazioni: Mi fai impazzire con Sfera Ebbasta , La canzone nostra, con Mace e Salmo. 

Ascoltate le canzoni, le parole e la sincerità che trasmettono. E basta. Ne riparliamo tra qualche anno.

Poi ci possono stare tutti i difetti di questo mondo fallace, difetti ammiccanti, come il diavolo da classifica, dalla ripetitività degli elementi, musicali e testuali, all’eccesso di autotune, al marketing, alla costruzione del personaggio,  ma stiamo parlando di un talento purissimo. 

Mezz’ora di sole: “sono in quel pacco nel 2018 sporco di fango mi volevo ammazzare” un pugno allo stomaco, difficile restare indifferenti: “fanculo a questo dolore”

Notti in bianco:  un gioiello, da 25 milioni di visite,  sia nella versione pop punk ultra energica sia in quella, spoglia e da brividi, per piano e voce, che potete vedere su YouTube: “a te la notte ti piaceva scopare”

Figli di puttana: come a dire, l’amore e le origini. altro brano di pura energia, trascinante, con un testo per niente banale: “Non dormo queste notti, tengo gli occhi aperti E adoro quando scopiamo e poi torno a pezzi E ho l'alcol nella testa, continuo a perdermi Con te che pressi, mi chiami, sembra un film, yeah Come in ogni film, però, finisce Finisce che nessuno mi capisce Star male a volte, sai, mi ripulisce Fanculo, poi mi passa e poi guarisce”

Blu Celeste: la titletrack è un altro pugno allo stomaco, di un’intensità strabordante, commovente: “il cielo è blu come il tuo nome come l’inchiostro che si appanna” impossibile non pensare a Tiziano Ferro

Sai cosa c’è: “.. droga migliore di te” mood decisamente anni 80, poi l’estate e la nostalgia, agrodolce

Paraocchi: “Mi daresti una chance invece di fare la stronza” altro pop punk assolutamente godibile

Lucciole: “Ricorda in certi passaggi  Voce di Madame nella melodia “non voglio più scappare abbraccio il dolore” ma senza esplodere, rimanendo sospesa

Finché non mi seppelliscono: “voglio viver sempre il brivido di star con te” pop di stampo retrò assolutamente coinvolgente, ritornello irresistibile

Pornografia: “per me non ci sono regole questa è la mia indole vorrei fartela provare come una droga te la vorrei regalare come una rosa”  impossibile restare fermi

David:  E finalmente il Michelangelo citato in tutto il disco (il produttore)  prende vita. Alta intensità: "Non ti manca niente Anche se fai l’indifferente Da sola tra la gente Come il David a Firenze" 

Ladro di fiori: sinuosa e pronta a esplodere nel ritornello: "Restiamo qui, dai E arriviamo all'alba Che si colora l'aria E guardiamoci in faccia" 

Afrodite : "Uccidere un'emozione Farla bruciare sotto il sole Soffocarla con le droghe In un bagno di alcol"chiude l'album un'altra intensa ballad

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