Vea "Sei chi non sei" la recensione dell'album

 


Vea - Sei chi non sei

Sei chi non sei di Vea è un lavoro di spessore, fatto di nove canzoni senza sbavature, arrangiate con gusto e varietà di soluzioni, con testi sinceri e mai banali, con belle immagini, tra dubbi, consapevolezze, contrasti, relazioni, fasi di crescita, dove Vea non ha affatto paura di guardarsi allo specchio e si racconta all’ascoltatore con empatia.


Sei chi non sei: atmosfere delicate e una piacevole sezione ritmica che dona al brano una marcia in più: “percorri sentieri invisibili su riga di paglia con la brina sulle ciglia”.


Insegnami: andamento sinuoso con un ritornello arioso e complice: “cado a strapiombo ma tu mi salverai”.


Le quattro mura di turno: funkettino sbarazzino “vivo in un viaggio costante e per difendermi esplodo in mille pezzi lontano da me” dal mood minimal ma efficace.


Il cielo di Cola Pesce: “Tante lingue la stessa crudeltà” folk ballad che si dipana in un ritornello evocativo, con un’ottima e suggestiva prova vocale.


A di Anarchia: “Avere 16 anni e non capire perché vi amate tutti, tranne me” altro funk ben congegnato, ben arrangiato e con un testo incisivo: “Mi hai scritto t’amo con la A di Anarchia”.


Guai: “Ho smesso di sapere chi sono” amore al primo ascolto per questo brano, dall’animo blues che cresce d’intensità nel suo incedere marziale.


L’esatta combinazione:”Non è il mio posto quello che vivo nemmeno se lo guardo da lontano” folk pop giocoso e coinvolgente sospeso tra nord e sud lontano dagli stereotipi.


Non esisti: “Ogni ostacolo per me è una risorsa” ballad intima ed evocativa.


Esplosa: “Solo tu sai dove sei” atmosfere anni 80, con un ritornello intenso e affascinante.

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