Buon esordio sulla lunga distanza per Helle, che dopo una manciata di singoli rilascia Disonore, dieci tracce di stampo electro pop con arrangiamenti e melodie che coinvolgono l’ascoltatore e con testi “forti” che hanno dentro di se sana voglia di rivalsa nonostante gli errori commessi, voglia di andare avanti e lasciarsi dietro le brutture del mondo odierno.
Qua e la forse si poteva mettere maggiormente in risalto la versatile vocalità dell’artista spogliando un pò i brani, in alcuni frangenti “saturi” di suoni e beat o tagliare dalla tracklist un paio di brani che finiscono con l’assomigliarsi. Detto questo, la scrittura di Helle è decisamente interessante e da tenere d’occhio.
Disonore: “Mamma scusami se non sono stata la ragazza che volevi tu” orecchiabile ma che non stanca grazie alla varietà dell’arrangiamento
Rispetto: “c’è qualcuno che non conosco in me” dal mood sinistro e ipnotico con “la rabbia” e la voglia di rivalsa trovano sfogo nell’aggressività del ritornello
Selvaggio: “Qualcosa in me è sbagliato in modo atroce” eterea e morbida, con una melodia evocativa. “Rimango solo a contare le macchie incrostate sulla porta”
Figlia delle nubi: “avevo un temporale freddo come il mare negli occhi” filastrocca fiabesca con un testo importante: “chi è come me tu lo sai bene no non farà mai una bella fine”
Carovane: sound tipicamente retrò con una buona apertura melodica nel ritornello “ai margini di antiche foreste incontrare carovane”
Tom: “Te lo dico io così nessuno di quelli che chiami amici finisce nei guai” piace la commistione tra l’apparente leggerezza della musica “sghemba” con le parole forti del testo
Chimera: suggestiva ballad di grande intensità “Lei mi chiama con un nome che non è mai stato il mio e mi dice Lisa vieni ti presento un altro Dio”
Tu mi volevi bene: canzone che per le tematiche iniziali sembra fare una sorta di riassunto dei brani precedenti ripensando a un amore clandestino “Ripetevi non possiamo farlo però non mi lasciare andare”
Barbie: “Ognuno ha il proprio ruolo o sei predatore o vieni mangiato” un sound troppo pastoso che oscura in certi passaggi la vocalità di Helle
2,107: “Gaia si affaccia alla finestra ha il coraggio di chi alza la testa” l’album si chiude con uno dei suoi episodi migliori
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