Sasha Vinci, la recensione di Mercurio


Sasha Vinci continua la collaborazione col musicista Vincent Migliorisi, coautore dei nove brani che compongono Mercurio, un album "prezioso", importante per i temi trattati e per la poesia di cui è intriso. Musicalmente parlando i riferimenti attingono alla tradizione cantautorale italiana contaminandola con sonorità alt rock degli anni novanta, ma in alcuni brani sono presenti richiami anche alla decade precedente. Un lavoro "visionario" che dipinge la realtà con immagini vivide, di forte impatto e intensità, arrangiato con cura dei particolari.

Castelli di rabbia: incedere marziale, cavalcata blues abbastanza standard e un recitato alla Emidio Clementi dei Massimo Volume, con una buona intuizione melodica nel ritornello “E io costruivo castelli immaginavo la poesia come un’arma di rabbia la parola come un coltello che taglia” 

Il magnifico volo: poetica e melodica, con un arrangiamento vario e convincente  “Ricordo ancora quelle parole che in lontananza continuavi a cantare colme di rabbia artificiale l’amore gentile nel maestrale”

Non ho paura: ” ..la notte scura ride soltanto quella ragazza del bar rimbalza il delirio felice quello che vedo non era vero lei che mi guarda un sorriso straniero occhi di miele in un’alba di giada vivrà” intima, dal mood notturno e con un sound rock anni 80

Mercurio: “da dietro un cespuglio un cecchino mira alla ragione” intensa, con una ritmica coinvolgente

Un giorno senza ore: “innocente e selvaggia la fede si rinnova e sacrifica i diversi” folk ballad dai sapori popolari con inserti rock nelle parti strumentali

Penna e calamaio: evocativa con richiami ai Csi nel trascinante ritornello: “la giostra, il fuoco,  la falce, un respiro, l’assalto, fragile”

Poesia della crudeltà:”le favole in cenere, ricordi proibiti” lieve filastrocca che ben contrasta con la forza (crudeltà) delle parole, omaggio ad Antonin Artaud

Silenzio: Mood decisamente new wawe dove su una sezione ritmica avvolgente si innesta una melodia sinuosa che cresce di pathos “cerco uno spazio per fumare tranquillo dove suona un violino nel vento” 

Occhi alle stelle: strofa incalzante che si dipana in un suggestivo ritornello “dal profondo sentenze nessuna paura assente”

Commenti

Translate