La fiera delle illusioni - Nightmare Alley, la recensione del film di Guillermo Del Toro


 


La fiera delle illusioni - Nightmare Alley, il nuovo film di Guillermo Del Toro, sorretto da un cast stellare:  Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Toni Collette, Willem Dafoe è una metafora dell’avidità umana che scorre in parallelo con lo scoppio della seconda guerra mondiale. 

Il film ha una struttura circolare, che trae benefici dalla lezione di Kubrick, senza dimenticare quella di Hitchcock nella costruzione del pathos narrativo, solo che in questo caso è impossibile parteggiare per uno dei protagonisti, assetati di “onnipotenza” senza alcuna pietas umana e pronti a far di tutto per raggiungere i loro obiettivi. 

L’unico personaggio che mantiene una certa dose di umanità, anche se anche lei, non è del tutto innocente, è quello di Molly, interpretato da Rooney Mara. Bradley Cooper è invece Stan, che cerca di dimenticare i suoi demoni andando a lavorare in una fiera, prima come operaio tutto fare, poi imbonitore e infine come illusionista. Dopo aver imparato i trucchi del mestiere, Stan chiederà a Molly,  ( orfana di padre e cresciuta nella fiera) di cui si innamora al primo istante, di seguirlo “nella grande città” come sua assistente. 

Gli spettacoli della coppia hanno sempre più successo e nel giro di un paio d’anni, Stan diventa sempre più schiavo del denaro, tanto da arrivare a spacciarsi per un occultista capace di parlare con i morti. L’incontro con Lilith, la psicologa interpretata da Cate Blanchett, gli darà il lasciapassare per raggiungere e ammaliare clienti sempre più facoltosi ma tutto ciò inevitabilmente porterà alla sua rovina. A nulla servono i moniti di Molly, perché quella di Stan è una corsa senza freni verso l’autodistruzione.  

La fiera delle illusioni - Nightmare Alley è un noir psicologico, che nonostante due ore e mezza di visione mantiene un suo ritmo e nonostante “i colpi di scena” siano “per gli spettatori più scafati” decisamente attesi, non risulta mai banale. Una discesa agli inferi, decisamente attuale, che non può non far riflettere.

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