Suspicion (AppleTv+), la recensione della serie tv


 Suspicion (AppleTv+)

“Una cosa che ancora devi imparare è che nascondere la verità è facile, sfuggirle invece, non lo è”

E’ sempre interessante immergersi nel mondo del thriller, di quel tipo di thriller in cui qualcuno viene assassinato, o in questo caso rapito, e tra la miriade di personaggi poi capire chi sia stato, in più se nel cast ci sono nomi come: Uma Thurman, Noah Emmerich, ai quali ne vanno aggiunti altri famosissimi nell’ambito seriale americano: Kunal Nayyar (Raj Koothrappali della serie “Big Bang Theory”), Elizabeth Henstridge (Jemma Simmons in “Agents of S.H.I.E.L.D.”), Elyes Gabel (Walter O’Brien di “Scorpion”), non ci si può non aspettare il meglio, ed invece come spesso accade, c’è tanta delusione. 

La AppleTv+ produce l’ennesima serie televisiva con nomi altisonanti, ma con una qualità poco più che sufficiente. “Suspicion”, infatti, è una serie in 8 episodi dall’incipit grandioso, ma dalla sceneggiatura che man mano si va avanti con gli episodi, perde sempre maggior peso, forma e senso. Si inizia con una scena in cui si vede un gruppo di quattro persone, con indosso delle maschere di carnevale - molto stile “Casa di Carta” - che rapiscono, nel corridoio di un hotel di New York, il figlio del magnate dei media americano, Katherine Newman (Uma Thurman). Leo (Gerran Howell) è stato rapito ed è scomparso nel nulla, ad essere sospettati e ad avere stravolta la propria vita sono quattro persone: Natalie Thompson (Georgina Campbell), Sean Tilson (Elyes Gabel), Tara McAllister (Elizabeth Henstridge) e Aadesh Chopra (Kunal Nayyar). 

A questi si aggiunge un quinto elemento, inserito dalla polizia per indagare sugli altri quattro: Eddie Walker (Tom Rhys Harrys). A capo delle indagini c’è Vanessa Okoye, interpretata da Angel Coulby, anche lei nostra vecchia conoscenza seriale, perché ha interpretato Gwen nella serie BBC “Merlin”. A quest’ultima, contro la sua volontà, viene assegnato un partner, Scott Anderson (Noah Emmerich). E tra i dubbi e le perplessità sulla presunta innocenza dei quattro, si installa sempre più nella mente del telespettatore la possibilità effettiva che invece siano proprio loro i colpevoli. Chi ha rapito Leo ha uno scopo: far rivelare un misterioso segreto a Katherine Newman, segreto che, a detta dei rapitori, la donna terrebbe celato da anni. 

Quindi, in sintesi la richiesta è: o la rivelazione del segreto o la morte del figlio. Cosa deciderà la donna? In verità il ruolo della Thurman è molto confinato a rarissime scene, solo nell’episodio finale diventa personaggio fondamentale per lo snodo di tutto. Tara, insegnante di college e attivista pronta a battersi contro le ingiustizie, Aadesh, lavoratore di umile famiglia, ma grande hacker informatico, Sean, uomo subdolo e assassino a sangue freddo, e Natalie, che sta per sposarsi ma che viene arrestata con l’abito bianco ancora addosso, sono i veri protagonisti dello show, che animano con colpi di scena una trama fiacca e stanca, nonostante le premesse notevoli. 

Una serie che è in realtà un puzzle, del quale non si capisce nulla fino all’ultimo episodio e fino al finale che è certamente sorprendente, ma che non spiega proprio tutto, un finale che risulta inverosimile e buttato lì un po’ a caso e che è sicuramente l’episodio più brutto di tutta la stagione. Anche sotto il profilo tecnico la serie risulta inferiore alle aspettative, soprattutto dal punto di vista degli effetti visivi. La figura di Uma Thurman che attira il telespettatore nella visione dello show è alla fine una trappola, perché l’attrice è pressoché assente per sette episodi e fa parte di una compagine di grandi attori assolutamente sprecati in questo contesto.

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