CREDITS
Cristina Nico: voce, chitarra acustica, banjo.
Giulio Gaietto: chitarra elettrica, basso, batteria.
Roberto Zanisi: banjo.
Foto copertina: Marina Mazzoli
Il ritmo incalzante della batteria, il giro di basso nervoso e suadente, le chitarre che si tingono di suggestioni morriconiane e il banjo che crea un’atmosfera western, danno vita all’intensa ballata folk rock “La sola cosa che c’è”.
Il canto della Nico dà voce all'Es, la componente più arcaica della nostra psiche, secondo un pensiero freudiano: "Vieni, Amore, vieni da me/ riempi questo vuoto che/ è la sola cosa che c’è”.
Il bisogno d’amore per la cantautrice è primitivo, egotico, rifiuta ogni romanticismo ed ogni istanza religiosa o politica: “Non mi servono profeti/ le parole dei poeti/ sono sotterfugi per me”
Non ascolta neanche i potenti, perché "hanno fango tra i denti" e alla fine il potere stesso si lascia divorare dalla sua stessa fame e solitudine.
“Sentivo una grande urgenza di buttare fuori tutto quello che mi ha costretta a guardare in faccia le mie paure, a scandagliarmi più del solito in un momento di profonda crisi personale e collettiva. Mi sono interrogata sul senso del mio fare artistico in una situazione che ha modificato la nostra socialità, che ci ha costretto a fare i conti con la nostra solitudine, le nostre fragilità e i nostri egotismi”, afferma Cristina Nico.
"La sola cosa che c’è” fa da apripista al nuovo album dal titolo semplicemente “Cristina Nico” in uscita a giugno per Lilith Label/OrangeHomeRecords, prodotto dalla cantautrice con Giulio Gaietto e distribuito su tutte le piattaforme digitali da Believe.
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