Design, cultura e intrattenimento. Quando l’arte si fa gioco

  


Design, cultura e intrattenimento. Quando l’arte si fa gioco 

 

C’è più che una semplice relazione tra gaming e musica, storia, arte. C’è più di un semplice filo che unisce i diversi generi artistici e questa grande filiera dell’industria dell’intrattenimento. E a confermalo è un futuro, ma anche un presente, sempre più radioso e votato alla tecnologia. 

“Il mondo del gioco ha da sempre guardato ad altri settori per migliorare e implementare la propria offerta – sottolineano dalla redazione di Gaminginsider.it, sito specializzato in gambling - cercando di unire diverse prospettive e soprattutto cercando di offrire al giocatore un’esperienza a 360, capace di toccare tutte le corde dei propri interessi e delle proprie passioni”. È in questo senso che si deve leggere l’iniziativa, voluta ad Atene, del videogioco MyEleusis. Si chiama così il progetto finanziato con fondi statali ed europei che porta la firma dell’agenzia Mentor e che ha come obiettivo quello di promuovere il patrimonio artistico e culturale dell’Antica Grecia e della sua capitale.  

“Serius game, digital storytelling e realtà aumentata – spiega Alberto Cotrona, italiano che è tra i responsabili della progettazione culturale del videogame - ma anche percorsi ludici digitali per bambini, propongono per la prima volta in Grecia un approccio interattivo e olistico alle aree archeologiche, così come l'hanno concepito i giovani ricercatori delle università”. C’è un pezzo d’Italia, insomma, in questa storia che unisce arte, cultura e videogame. E c’è l’Italia come protagonista anche in Father and Son. Si chiama così il gioco ideato dal MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che spiega all’utente le bellezze e i segreti della propria collezione. Un vero e proprio successo con oltre 4 milioni di download sparsi per tutto il mondo. 

“Perché l’arte e la storia sono degli argomenti fortissimi per il gaming - continuano ancora da Gaming Insider - che guarda anche ad altri generi come il design, il cinema, la musica per creare videogiochi, slot, piattaforme innovative”. Perché il gaming, così facendo, riesce ad avvicinare pubblici lontani, utenti inaspettati. Il gaming riesce ad interessare i giovani, attraverso un linguaggio a loro congeniale e a loro più vicino, ad argomenti come l’arte, la storia, il patrimonio culturale. E ci riesce grazie a uno storytelling unico, a una capacità di trasportare da un’ambiente all’altro personaggi, scenari, profili, grazie ad un utilizzo innovativo del digitale e della tecnologia. 

E, chissà, forse tra qualche anno studieremo, nei libri di storia dell’arte, proprio il game design. 

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