Baustelle - Elvis
Dopo i due capitoli de L’amore e la violenza, i Baustelle tornano con Elvis - 10 brani carichi di disincanto, iper realismo, poesia. La penna di Bianconi si muove sicura, tra immagini nitide, ricordi e brutale attualità - mentre il sound è scarno e incisivo più vicino ai sessanta rispetto agli ottanta dei due precedenti lavori, ma le melodie catchy rimangono e ascolto dopo ascolto diventano irresistibili, perché vanno a scontrarsi per fondersi amabilmente con le parole e la loro forza immaginifica. Un grande album insomma, denso, profondo, che arriva al cuore con la pancia fiera bene in vista:
Le canzoni
“Andiamo ai rave”: “Per dimenticare i nostri cuori deserti E che un giorno o l’altro si dovrà pur morire”Su un mood jazz blues I nostri innestano nel ritornello le loro classiche trascinanti dinamiche pop con un testo che non lascia indifferenti :“Mostri solitari ci obblighiamo a concerti Party sulla spiaggia dove bere e scopare Per non guardare a fondo mai Dentro di noi”
“Contro il mondo”: il primo singolo estratto, sorta di ironico manifesto radical chic un brano pop rock che ti si incolla in testa al primo ascolto: "Svegliarsi tardi la mattina criticare il grande vuoto la sinistra che non c’è farsi di yoga e qualche droga supplicare di esser popolari Uh Uh Uh"
“La nostra vita”: nostalgica ed evocativa ballad carica di immagini poetiche: “In fondo sono solo un uomo perduto nell’oscurità continuo a chiedere perdono e poi chissà da quale cristo arriverà fine dell’estate della nostra vite sembrano rimaste solo sigarette spente e un gigantesco niente”
“Milano è la metafora dell’amore”: il secondo singolo estratto, dai sapori beat anni sessanta, coi fiati in evidenza “tra l’ultima birra e il tempo che non ho c’è in mezzo un respiro la pelle di ragazze rock’n’roll”
“Jackie”: “lo sa chi è che resta e chi va con quei tacchi e quel trucco da troia perché senza macchia l’amore cos’è” De André e Betty (brano contenuto in L'amore e la violenza) con un’interessante sezione ritmica
“Los Angeles”: “ti chiamo se non riesco a dormire all’una e mezza dall’aldilà” pop punk assolutamente trascinante con sullo sfondo la guerra in Ucraina “ti chiedo dove andremo a finire, l’inferno è una possibilità”
“Betabloccati cimiteriali blues”: electro pop che sfoca in un riymin and blues - che per struttura fa venire in mente Li vedi di Luca Carboni: “Ho le vertigini stasera dottore perché la stella che sembrava polare era una bomba nel cielo”
“Gran Brianza lap dance - asso di cuori stripping club”: “non torno a casa ormai il mio destino è lei” mood anni sessanta con accenni country
“Il regno dei cieli”: “Cori alla messa masturbarsi alla grande mio padre che ritorna dal lavoro Guccini Sandokan” il protagonista rivede come in un film la sua adolescenza in questa ballad agrodolce a tinte blues a tratti commovente con uno special gospel che non ti aspetti “Mio Signore vienimi a salvare quando ho sete o fame o devo vomitare”
“Cuore”: “torni senza rabbia e senza più male come l’ultimo soldato sul fronte occidentale agnello risparmiato dal carnefice amore delle due di notte senza telefonare” struggente, per piano e voce con gli altri strumenti a colorare - il brano dovrebbe parlare di una madre che ha perso il suo bambino per una violenza subita "Ti ho riconosciuto bimbo dentro di me. Questa è la storia che dal quinto piano adesso cadendo so"
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