Carmelo Pipitone, la recensione di Solo dal vivo



Chi conosce Carmelo Pipitone sa benissimo che il live è la sua dimensione - non che il nostro freni il suo genio creativo in studio di registrazione però le suggestioni, le atmosfere "intime e disturbanti" al tempo stesso che riesce a regalare dal vivo con la sua chitarra sono letteralmente da brividi, pure emozioni - chi ha almeno assistito a un suo concerto sa di cosa stiamo parlando.

Per questo, l'uscita di Solo dal vivo (La Fabbrica) era quasi una tappa obbligata per il nostro e non può che farci enorme piacere. Un album che ha il solo difetto di essere di breve durata, come del resto i suoi due album solisti, Cornucopia e Segreto pubblico - anche se per il futuro su questo versante, c'è da essere ottimisti - Queste infatti le sue parole pubblicate sui social qualche giorno fa: - "La verità vera è che sto lavorando da tempo ad un disco molto complesso e per la prima volta luuuungo. Ho già iniziato a registrare una buona parte del materiale ma devo aspettare un po' per la pubblicazione che credo avverrà nei primi del 2024. Non vedo l'ora di farvi ascoltare qualcosa! Sappiate solo che non mi ero mai spinto così oltre, tanto che mi gira la testa".

Venendo alle canzoni di Solo dal vivo, dopo un intro in cui Carmelo Pipitone “ci fa conoscere” Paul Weston e la sua “No other love”a cui fa seguire due strumentali inediti dove dà libero sfoggio della sua tecnica ma anche della sua capacità di creare atmosfere decisamente particolari e cariche di fascino,  arriva live da Taranto “Talè” in una versione di un’intensità che “Non è un incubo” perché le immagini si possono toccare con mano e sono e restano vivide andando a farsi un giro tra i pensieri - Con “Il potere”, il giro del nostro ci porta in Sicilia a Catania - dove ad emergere è una vena rock blues in una filastrocca alla Bennato sotto acido, “lucidissimo” come se avesse un fucile tra le mani e sapesse già a chi non sparare. Direttamente dal Germi di Milano / il locale gestito da Manuel Agnelli e soci, arriva questa splendida versione di “L’acqua che hai ingoiato” dove la sofferenza diventa poesia per “liberarsi” nella ripetizione del ritornello mentre “le catene si sciolgono come burro". 

Con la quarta traccia, ci ritroviamo a Napoli, con “Le mani di Rodolfo” avvolti in un senso di mistero, di tensione che cresce quasi sotto traccia, che sembra voglia cullarti prima di riportarti a una realtà quasi estrema e tragica. Con “Gabriè” siamo a Castel Maggiore - Una versione più lenta e oscura dell’originale - così la rabbia di aver perso un amico d’infanzia troppo presto, lascia che a prevalere in questo caso sia l’aspetto evocativo del brano in se e “il dramma” che si consuma nelle parole rivolte a una sensazione di vuoto che viene riscattata da un finale da strapparsi le mani per quello che il nostro riesce a concepire sulla sua sei corde

Con “Come tutti” il tour di Carmelo prosegue a Brindisi, “con la sua fitta nel fianco che non passa” e “con tantissima fame”, il mood è ipnotico e cupo, intervallato da improvvisi chiarori chitarristici e sterzate di melodia che portano luce, apparente e speranzosa al tempo stesso, ma è come in un’istantanea,  a Carmelo interessa fotografare la situazione, non dare soluzioni o giudizi. “Giusti” live da Bologna, con una chitarra che sembra una piccola orchestra e una voce decisamente sul pezzo, alla ricerca della “propria necessaria ombra”. “31 lune” uno se non il primo brano scritto da Carmelo Pipitone chiude questo intenso album live - La canzone, per chi non lo sapesse porta il numero dei brani incisi da Nick Drake ed è contenuta in “C'è gente che deve dormire” il secondo album dei Marta sui Tubi e giunge quasi inevitabile, in tutta la sua bellezza, da Castiglione del Lago, a uno show che vi consigliamo di gustare dal vivo in futuro e che su questi solchi ha il merito di mantenere la sua magia intatta. 

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