"Hermes" il nuovo video di Cristina Nico



‘Hermes’ è il nuovo videoclip di Cristina Nico, arrivato dopo il singolo ‘La sola cosa che c’è’. ‘Hermes’ è un viaggio onirico che traduce in visioni quella “paura buona” dentro ognuno di noi fatta di meraviglia e di stupore.


Il brano, probabilmente è il più psichedelico del terzo disco, omonimo, ‘Cristina Nico’, uscito un anno fa per Lilith Label/OrangeHomeRecords e distribuito da Believe Music Italia.


GUARDA IL VIDEO:



CREDITS VIDEO


"Hermes" parole e musica: Cristina Nico

Regia, montaggio, effetti speciali: Simone Sciutto

I collage riprodotti nel video sono tratti dal diario per immagini di Cristina Nico



CREDITS HERMES


Cristina Nico: voce, chitarre

Giulio Gaietto: basso, synth

Federico Lagomarsino: batteria

Produzione artistica di Giulio Gaietto e Cristina Nico

Registrato, mixato e masterizzato da Giulio Gaietto presso Studio 77 di Genova

Lilith Label/OrangeHomeRecords, 2022.

Nel videoclip realizzato da Simone Sciutto, la cantautrice genovese, in stato febbrile, sfoglia un album da cui esce fuori una piccola, magica, sfera. Dopo averla toccata si ritrova catapultata dentro le immagini contenute nell’album, che altro non sono che i collage da lei realizzati e raccolti in un diario.

"Sia la canzone che il video sono un tributo alla parte più mercuriale della creatività, quella che rimette in contatto con l'immaginazione pura, con la parte fanciullesca, con la libera associazione. Il regista Simone Sciutto, che ha firmato lo storyboard e creato gli effetti speciali e le animazioni in 3D, ha saputo tradurre efficacemente l'atmosfera onirica e vagamente lisergica del brano”, afferma Cristina Nico.

Il testo di ‘Hermes’ parte con un flashback dall'infanzia in cui, quando si stava male, si godeva delle cure delle persone amate ma bisognava far attenzione a non far cadere il termometro con cui ci si misurava la febbre, contenente il mercurio.

Nel limbo tra memoria e fantasia, Hermes/Mercurio “… si solidifica/alla sua maniera liquida”, si scompone in “… piccole sfere azzurre/così tossiche, così carine” come il metallo a cui è stato dato il suo nome, per poi tornare e incarnarsi in età adulta nella “pagina che manca”, in un “mantra di colla e carta”, che allude appunto alla tecnica del collage ma anche alla scrittura e alla composizione.


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