Suburra La Serie - Netflix



Venti ettari di litorale ostiense (per la maggior parte di proprietà del Vaticano che deve risanare i conti) che “devono” diventare edificabili, per la costruzione di un porto per far letteralmente sbarcare “la mafia” a Roma. Per “Il Samurai” sembra un gioco da ragazzi tessere le fila con i siciliani e corrompere chi di dovere. Ma qualcosa va storto, il sindaco si dimette e restano 20 giorni per far passare in comune il progetto, in Vaticano uno dei Monsignori favorevoli alla cessione dei terreni finisce in un’orgia e quasi ci rimette le penne. Ma non solo, spunta anche un video del monsignore che si da da fare con una prostituta. Il video finisce nelle mani degli organizzatori del festino, il pr Gabriele (figlio di un poliziotto), Aureliano (figlio degli Adani, padroni di Ostia ) che doveva procurare la coca e Spadino (figlio degli zingari Anacleti) che realmente la procura. I tre tra reciproche diffidenze finiranno per esser sodali l’uno con l’altro, senza tuttavia smettere di pugnalarsi alle spalle e finiranno per entrare in un vortice più grande di loro, iniziando dal ricattare il Monsignore e finendo per scontrarsi coi poteri forti. Nel mezzo la lotta intestina tra le loro famiglie per stare al fianco del Samurai, una misteriosa contessa, una contabile che fa di tutto per non uscire dai giochi e un capo del consiglio comunale duro e puro che perde le proprie certezze.


Suburra La Serie ovvero il prequel dell’ottimo film di Sollima di qualche anno fa è questo e quanto altro. e dopo due puntate dal taglio più cinematografico, dove i personaggi vengono presentati da “Michele Placido”, la regia cambia e anche la narrazione, che si fa sempre più densa di eventi e intrecci, dove tutti tradiscono tutti, tutti sono complici e carnefici, tutti sono “senza speranza”. E’ un mondo crudele dove i buoni non esistono, o meglio, non durano… perché chi non si piega muore, chi cerca di resistere, non può. Qualche tratto di umanità, di possibilità, di scoprirsi improvvisamente deboli, si intravede, specie nella relazione e nella psicologia dei tre ragazzi,  ma viene subito “fatta fuori”. Rimane comunque l'aspetto più interessante dell'intera serie, che ha più sottotesti, rispetto alla mera cronaca dei fatti, mentre ha poca profondità il politico che si lascia ammaliare dal potere ed è troppo contorto quella del revisore dei conti. E anche l'onnipresente "Samurai" alla fine diventa stucchevole. Personaggio di spessore è invece Livia Adami che "da donna" prova a raccogliere senza riuscirci l'eredità del padre.


Le Frasi:

"- La politica quella vera, è l’arte del possibile e tu sei ancora qua che lotti per l’impossibile"

"Ce lo fai il caffè? - Vedi che io faccio la puttana mica la cameriera - Sempre servizi sono"

"- A Samurà pensa se provavano ad ammazzare un figlio tuo - Non ne ho fatti apposta"

"- A nessuno piace farsi domare ma si sta meglio da sudditi"

"-Tuo padre lo conosco da quand’era pischello pure io me sa"

"- Per noi se semo qua è già una vittoria quando mai se semo messi a sti tavoli"


Il Cast:

Aureliano Adami Numero 8, interpretato da Alessandro Borghi.
Alberto Anacleti Spadino, interpretato da Giacomo Ferrara.
Gabriele Marchilli Lele, interpretato da Eduardo Valdarnini.
Sara Monaschi, interpretata da Claudia Gerini.
Amedeo Cinaglia, interpretato da Filippo Nigro.
Samurai, interpretato da Francesco Acquaroli.
Manfredi Anacleti, fratello di Alberto, interpretato da Adamo Dionisi.
Livia Adami, interpretato da Barbara Chichiarelli.
la Contessa, interpretata da Elisabetta De Palo.
Monsignore Theodosius, interpretato da Gerasimos Skiadaressis.
Quirino, interpretato da Mario Sgueglia.
Cardinale Cosimo Giunti, interpretato da Augusto Zucchi.
Sandro Monaschi, interpretato da Stefano Santospago.
Giacomo Finucci, interpretato da Alessandro Rossi.
Alice (moglie di Amedeo Cinaglia), interpretata da Rosa Diletta Rossi.
Boiardo, interpretato da Alessandro Bernardini.
Angelica (moglie di Spadino), interpretata da Carlotta Antonelli.
Ex moglie di Amedeo Cinaglia, interpretata da Lucia Mascino

Ideatore: Daniele Cesarano, Barbara Petronio
Regia: Michele Placido, Andrea Molaioli, Giuseppe Capotondi
Sceneggiatura: Carlo Bonini, Giancarlo De Cataldo

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