Gli Après la Classe sono tornati con “Circo Manicomio” per Godzillamarket/ distr. A1 Entertainment. Una grande festa che segna
il ritorno di Cesko (voce, synth, chitarre), Puccia (voce,
fisarmonica, Tastiere), Combass (basso, cori), Giammy (batteria) ed
Alex (chitarra). Un circo, una comune, un'orchestra vera che
attraversa i mali dei popoli e l'amore più intimo. E vale la pena
citare tutta la “banda” che li ha supportati: i fiati di Gabriele
Blandini, Gianluca Ria e Luca Manno; Paco Carrieri piano e tastiere
su disco, il trombettista Alessandro Leuzzi e la chitarra di Manu
Pagliara.
“E'
arrivato il Circo” per gli Après e l'amico Caparezza introduce il
“Circo Manicomio” con le sonorità ska che contraddistinguono la
band: “E' il turno dei gemelli lanciatori di
coltelli, della tigre vegana, l'elefante che fuma, della foca cubana
la giraffa nata nana, le magie di Morgana fatte con la marijuana”,
è tutto è un ossimoro, un controsenso come noi, questo “Pueblo”...
unido jamas serà vencido, una “chiamata facile” e tutta la
sensualità di un anomalo francese che si adagia su un ritmo
cadenzato e in levare, con un manto di fiati ipnoticamente ska che
sorreggono il brano.
Un “Pueblo” piegato
in due che ha la forza di rialzarsi solo per una “Guerra
Romantica”: una sorta di cumbia dove “l'ansia mi soffoca e non
basta una lacrima”. Un brano tutto da ballare, con l'assolo di
chitarra classica di Manu Pagliara come una benedizione. Ritmo
sudamericano che sale caliente e riscalda, con la potenza dell'amore,
“tutto quello che ti darò”... lo sa bene “Estoy loco por ti”:
“perdido nel tempo mi unico amor” di fiati che si affacciono nel
chorus ad emergere da una decisa elettrica. Gli Après in pieno stile
Manu Chao, con una somiglianza consistente con “La Trampa” danno
vita a “Solo tu” in cui le chitarre manouche sono nervose e
sorreggono il brano ricco di “saudagi”... andare sempre
controvento... controcorrente... “el mundo se puede cambiar”.
Per gli Après e Cesko
“E' vero”, “è tutto vero”: “La notte è solo casa mia,
posso volare via, da solo o in compagnia, basta la fantasia”:
acustive che mettono su un massiccio ska, con un manto di “rumori”,
applausi, cori. “Bussa un'altra primavera” in “La gelosia”,
un reggae tutto italico ed una melodia martellante con i ghirigori
dei fiati: “Ho riposto i miei ricordi e il mio stupore, li ho
chiusi a chiave in una scatola di cera...” ma poi quando “Pasa la
banda” “la festa è nell'aria”, uno spagnolo ricco di ritmi
sudamericani con la fisarmonica che riconcilia il Sud di tutto il
mondo “para toda la gente”.
Ed è energia e voglia di lasciare
tutto per buttarsi nella folla del paese e ballare fino a notte
fonda, dove le cicale portate dal caldo afoso danno il benvenuto alla
flebile luce dell'alba e “Il cuore è uno zingaro”... il noto
brano di Nicola Di Bari, è una carezza dolce, di fisarmonica e
arpeggi di 6 corde... una perla, una chicca tutta da godere: “Che
colpa ne ho se il cuore è uno zingaro e va... catene non ha...”
con un lento reggaemuffin che fa da intermezzo. Sonorità familiari
in “La desventura” in cui i fiati “curano”, è proprio il
caso di dirlo, la melodia del brano che però è il più debole del
disco, con un manto di melodici in sottofondo.
L'anima degli Après la
Classe deve essere “dispari” ed allora reggae puro in “Alma
latina” dove tutto il Sudamerica è sempre più vicino in questo
ritmo in levare: “Costa Rica, Cile, Ecuador, Paraguay, Uruguay,
Bolivia...”. “Disculpame presidente”, grida il popolo oppresso
e una salsa tiene per mano "El presidente" con l'acuta tromba di Alessandro
Leuzzi e la decisa sezione ritmica. Allora cosa fare? “Voliamo
via” è la risposta, un mix ispanico-italiano a chiudere l'album dove la bossa è una piacevole
scoperta, nonostante sia timida, con una vocalità non proprio
perfetta. Nel chorus sono battiti di mani e le chitarre virano verso ritmi spagnoli. Uno dei migliori brani del disco.
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