"Voleva essere punita per i suoi peccati, non si perdonava di essere sopravvissuta e infelice"
"La felicità non è un peccato"
"Siamo tutti peccatori e crediamo tutti di dover essere puniti, anche se i nostri peccati non esistono"
Ideata e prodotta da Ronald D. Moore, già dietro le quinte di "Battlestar Galactica", e tratta dai romanzi di Philip K. Dick, riportato nel titolo della serie al quale viene aggiunto un "Electric Dreams" che fa già intuire di cosa stiamo parlando: la serie è sostanzialmente fantasy, come nel più classico Dick: ricordiamo che dalla sua mente nascono serie cinematografiche del calibro di "Blade Runner" e "Minority Report". Il network che ha ordinato la serie non a caso è lo stesso di "Black Mirror", che "Philip K Dick’s Electric Dreams" ricorda molto, ma è anche distribuita negli Stati Uniti e nel resto del mondo da Amazon Video.
Nell'ambito fantascientifico e di tutti i fan dell'autore, che amano questo settore cinematografico e seriale, il telefilm potrebbe ben presto divenire un cult perché è decisamente ben fatta. In totale gli episodi della prima stagione sono 10, diffusi in due tempi diversi: prima sono stati trasmessi i primi 6 episodi ed in seguito i restanti 4. Essendo che la serie è antologica, ogni episodio ha storie e personaggi diversi, più o meno tutti colleghi tra di loro da due linee guida che riguardano sogni e tecnologia, in realtà ogni episodio è molto diverso dall'altro, anche dovuto al cast e alla trama, un episodio può risultare migliore di un altro ed anche più coinvolgente, ma tutti sono fatti estremamente bene.
"Philip K Dick’s Electric Dreams" unisce insieme dei veri e propri piccoli film di tutto rispetto, con degli effetti visivi ai livelli cinematografici ed un racconto sempre veloce e accattivante, ma non è una serie adatta a tutti. Anche se i mini-film sono stati anche un po' plasmati ai giorni nostri, visto che comunque stiamo parlando di racconti e romanzi scritti decenni fa, la serie è comunque indirizzata prevalentemente agli amanti del genere ed in particolare a chi ha sempre seguito Philip K. Dick. C'è da sottolineare che, non si sa il motivo di tale scelta, ma in Italia i primi sei episodi non sono stati distribuiti nello stesso ordine sequenziale originale.
Tra questi ricordiamo quelli più riusciti: "Real Life", episodio tratto da "Un Pezzo da Museo" del 1954 che ha come protagonisti Anna Paquin, Rachelle Lefevre e Terrence Howard; "Autofac" che narra la storia di un'umana e di un robot interpretati rispetivamente da Juno Temple e Janelle Monae in un mondo futuristico adrenalinico e ritmato; "Human is" tratto dal racconto omonimo del 1955 che vede protagonisti Bryan Cranston - che tra l'altro è anche produttore televisivo della serie, indimenticato Walter White di "Breaking Bad" – e la bellissima Essie Davis, sua moglie nell'episodio; In "The Hood Maker", Richard Madden ("Game of Thrones", "I Medici") è un poliziotto costretto a lavorare con una telepate, interpretata da Holliday Grainger, forse l'episodio meglio riuscito. Bella l'idea di rivisitare per la Tv uno degli autori di fantascienza da sempre più apprezzati al mondo, ed inoltre farlo coinvolgendo degli attori strepitosi in un contesto seriale, ma che qualitativamente non avrebbe sfigurato nemmeno al cinema.
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