"Særa i euggi"
è il nuovo album del cantautore ligure Marco Cambri prodotto
dalla OrangeHomeRecords. L'opera contiene 12 tracce inedite in
dialetto genovese, fatte di immagini e poesia, di storie e suoni dal
mondo. Særa
i euggi è un'esortazione, "Chiudi gli occhi",
accompagnata da una carezza all'ascoltatore, la stessa che si dà
a un bambino prima di andare a dormire. Come Cambri, che in questo
album rivive la sua infanzia con lo stesso sguardo giocoso ma
disincantato di chi è alla ricerca dell'intima essenza delle cose. E
la rivela. Ed eccolo lì ancora una volta a rompere le lampadine con
la fionda, a giocare coi cani, a riascoltare i rimproveri di sua
madre: "Arian i singhei arian, stanni attento che te pòrtan
via/Arrivano gli zingari arrivano, stai attento che ti portan via".
Proprio come nel brano "Che Rîe" e la
volubilità fanciullesca di chi scaccia via "o diao"
senza "puia", senza quella paura verso lo straniero
- l'uomo braccato e non abbracciato -, verso ciò che
ci sembra difficile capire.
Invece "Særa
i euggi" vuole farsi comprendere da un
pubblico eterogeneo, anche quello poco avvezzo alla musicalità
dialettale, nel rispetto sì della tradizione ma proiettato oltre una
dimensione di usanze a volte bieche.
A fare da sfondo
l'entroterra ligure, la cultura contadina e matriarcale. "Sono
canzoni di terra - dice Marco Cambri -, figlie di luoghi in cui il
mare si vede da lontano e viene temuto. Mio padre, un marinaio,
spesso mancava da casa ed ho vissuto fra le donne, forza della natura
che emergono in questo album. Alla fine sono canzoni d'amore in senso
lato".
"Særa i
euggi" è un disco maturato col tempo, musicalmente contaminato,
che attraversa i suoni sudamericani, lo swing, la world, le ballate,
il Tango argentino e il sound manouche. Gli arrangiamenti sono
stati affidati a Marco Cravero e Fabrizio Padoan che
hanno voluto dare un vestito ad ogni brano, ad ogni testo. Importante
l'apporto etnico di strumenti musicali tradizionali quali
l'organetto, qui suonato magistralmente da Filippo Gambetta e
altrettanto il Bandoneon da Sirio Restani così come le
percussioni di Marco Fadda. "Siamo un gruppo di
musicisti che si conosce bene, c'è un forte interscambio empatico
tra noi", afferma Cambri.
A suggellare il lavoro,
il produttore ligure Raffaele Abbate che negli anni ha puntato
sulla rivisitazione della cultura musicale genovese, anche grazie ad
artisti come Armando Corsi e Roberta Alloisio.
CREDITS
Marco Cravero
(chitarre, banjo)
Fabrizio
Padoan (pianoforte)
Simona
Briozzo (voce)
Marco Fadda e
Marica Pellegrini (percussioni)
Sirio Restani
(bandoneon)
Francesco
Olivieri (contrabbasso e basso elettrico)
Filippo
Gambetta (organetto e mandolino)
Giancarlo
Gilardi (batteria)
Roberto Izzo
(violino)
Pino Parello
(basso elettrico in "ægoa do
bronzin" e "Passo")
Dino Cerruti
(contrabbasso in "A u Gusto")
in
copertina gli acquerelli di Simona Ugolotti
artwork
Valentina Amandolese (Architwo Studio)
TRACKLIST
coverte
pezanti | ægoa
do
bronzin | che rîe
| battua | ma
mi gh'ò lè | særa i euggi | canto | a bagascia a dûa | passo |
desoëtaddo | a u Gusto | pasòu e rive |
Marco
Cambri inizia a
scrivere canzoni in dialetto genovese alla metà degli anni '90. Nel
maggio del '98 tiene il suo primo grande live al Teatro "Gustavo
Modena" di Genova, registrato in una "musicassetta
clandestina" in grado di farlo conoscere al pubblico. Nel 2004
esce il primo album "A
Curpi de prïa",
interamente autoprodotto, dove canta in genovese della fatica del
lavoro dei campi, delle feste di paese, delle osterie, degli amori e
dei personaggi della terra ligure. Ogni canzone è una storia
presentata in un’architettura musicale di qualità su cui
s’appoggia una lingua dialettale reale e non ricostruita, definita
dalla critica "poetica
e distintiva". Non
occorre essere dialettofoni per essere coinvolti dalle emozioni
suscitate dalle poesie in musica di Cambri. Nel settembre 2018 esce
il suo secondo album:
"Særa i
euggi",
prodotto
dall'etichetta discografica
OrangeHomeRecords,
con un ricco parterre di musicisti.
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