“Sapevo che era una tossicodipendente.
Le sue gambe si muovevano sempre e i suoi occhi sono inquietanti”
Creata da Mae Martin, che è anche
protagonista dello show, insieme a Joe Hampson, per il canale britannico
Channel 4, e distribuita a livello globale da Netflix, “Feel Good” è la nuova
dramedy in sei episodi che approda on demand in un periodo in cui le serie
televisive si stanno dimostrando uno dei passatempi più gettonati per chi è costretto
dalla quarantena a stare in casa e “Feel Good” è senza alcun ombra di
dubbio una delle cose più belle viste negli ultimi mesi. Una serie che affronta
temi durissimi, come la tossicodipendenza, la diversità, qui raccontato
attraverso l’amore tra due donne, e la famiglia, quella non propriamente
“perfetta”. “Feel Good” è in parte autobiografica e racconta proprio la vita di
Mae Martin, del rapporto con Georgina, detta George (Charlotte Ritchie) e della
loro bellissima, almeno nei primi giorni, storia d’amore. Perché si sa, quando
la passione termina cominciano i problemi. Però è fondamentalmente proprio
questa la cosa più bella dello show: il legame tra Mae e George che riempie la
trama e impreziosisce la scrittura della serie, nonostante Mae sia una ex
tossicodipendente, che continua a mostrare ancora gli impulsi tipici di chi non
vuole “salvarsi”.
La serie si muove così armoniosamente e in maniera naturale,
con la sua narrazione rapida e leggera, che sembra impossibile che possa
riuscire a scavare così a fondo nella psiche dei propri personaggi. Ma nella
serie dobbiamo ricordare anche una splendida Lisa Kudrow nei panni di Linda,
madre di Mae, che riesce a far sorridere grazie a delle battute fulminanti che
poi sono battute che anche le nostre madri possono dire, tipo quando pensa che
la figlia si droghi solo perché è nata prematura. Ma le battute sono puntuali e
pungenti, i dialoghi forti ed originalissimi, mentre la serie si inoltra nelle
difficoltà di una relazione con una persona non di certo “facile”, un rapporto
familiare lesionato dalle mancanze e dai vizi, si indaga anche nella natura
dell’amicizia, nel rapporto strano che Mae ha con il suo sponsor, Maggie
(Sophie Thmpson). Perché fondamentalmente Mae è una ragazza solitaria a differenza
di George che invece è piena di amici, in un rapporto che man mano mostra le
divergenze e le dissonanze tra le due. La serie crea in sintesi un mondo
delicato nella sua complessità, è un ossimoro seriale, un contrasto che però
crea legame ed una empatia profondamente umana, tra noi telespettatori ed i
personaggi raccontatici. Perché tutti commettiamo errori, tutti abbiamo i
nostri difetti, tutti superiamo ostacoli, cadiamo, alcuni si rialzano e
rattoppano le ferite, altri ci mettono più tempo, ma nonostante tutto
continuiamo ad emozionarci ed amare e “Feel Good” racconta tutto questo in
maniera impeccabile.
Commenti
Posta un commento