Premettendo che Rudi Garcia non sarà esonerato a meno di cataclismi, intendesi sconfitte con Torino, Bate Borisov (soprattutto) e Napoli, anche per mere questioni economiche, che senso abbia portare chili di carote per dare dei conigli ai propri giocatori non lo capiremo mai, ma capiamo il perché del perché è decisamente più difficile vincere in piazze calde come appunto Roma o Napoli, che ha smesso di giocare l'altro giorno gli ultimi venticinque minuti, appunto perché l'abitudine alla vittoria manca da troppo tempo, esaltando un'Inter finalmente vogliosa di mettersi in gioco, dopo anni di vacche magre.
Nel mentre, la Fiorentina si mostra per quello che è, una squadra che non ha e come è forse naturale che sia, le riserve all'altezza dei titolari, la Juve, risale, come è normale, dopo un periodo tumultuoso a tratti d'assestamento e il Milan, vara decisamente la svolta giovane, che quando i soldi latitano, è sempre la scelta più intelligente. Il Sassuolo grande non lo è, ma è un esempio di gestione mirabile, costruito su fondamenta solide, oltre a poter disporre comunque di una buona liquidità, quanto meno per gli obiettivi prefissati dal club. E ricominciamo appunto dalla squadra di Di Francesco per tornare ai temi che abbiamo poc'anzi accennato. Di Francesco è il nome nuovo, il più gettonato per la Roma del futuro, ma proprio per quello che dicevamo prima, non ha ancora il carisma e l'esperienza per reggere una piazza "impaziente" e pronta a far la "guerra interna" dopo due sconfitte.
Do you remember Liedholm? Capello? Per Roma ci vuole gente così... Ancelotti, però ci sembra decisamente improbabile, così come che d'incanto che una tifoseria possa non tanto cambiare ma quanto meno maturare. Come può crescere e reggere "una squadra" per 38 partite e più se i suoi primi sostenitori non esitano a criticarla, anzi a denigrarla, nel momento del bisogno, quando proprio il tifo, quello vero, non dovrebbe mancare, anzi, essere più incessante dei fischi. Una visione troppo romantica forse, ma tant'è, che i problemi della Roma, sono sempre gli stessi. Più che i giocatori, forse ci vorrebbero tifosi "più talentuosi" e "letali sotto rete", perdonateci il paradosso, ma tirare pietre sul titanic che affonda con dentro i tuoi amici più cari ci pare di un "tafazzismo" esasperato e insensato a cui porre fine al più presto. Ancor più se pensiamo che alla Roma, mancano i due giocatori letteralmente più forti che ha in organico, che con i loro gol hanno magari celato le mancanze di gioco della compagine, ma che in primis Gervinho torneranno presto.
Il Napoli in vetta, con Sarri nella mente e Higuain nel cuore e viceversa, sembrano avere tutte le cartele in regola per durare, ma Napoli, non è così diversa da Roma, in termini di tifo e pressioni, incredibile ad esempio a Tiki Taka lo scorso lunedì, come Auriemma, giornalista, noto tifoso napoletano e ospite fisso del programma, abbia tenuto per tutta la puntata un atteggiamento che andava ben oltre la fierezza del primo posto, con un'arroganza mal celata perché si parlava troppo dell'Inter e dei fatti da moviola senza beatificare Higuain e compagni come dovuto, il tutto decisamente fuori luogo ed esagerato per il contesto. Questo per rimarcare come anche il tifoso del Napoli, anche quello che va in tv, vive di esagerazioni, a Sarri, il saggio, uno che ha fatto la gavetta e che sa il fatto suo, il compito arduo ma non impossibile di saper gestire gli umori della squadra e del popolo partita dopo partita, con il vantaggio di avere in squadra il migliore giocatore del torneo. L'Inter di Mancini, povera di gioco per lunghi tratti di queste prime partite, ha visto si sgretolarsi il suo muro difensivo, ma ha dimostrato una capacità di rialzarsi, insperata, ha dimostrato, di avere cuore, di essere squadra nelle difficoltà e questa è una cosa importantissima sulla lunga distanza.
Ma è ancor vero che il Mancio non ha i fuoriclasse di Sarri o di Garcia stesso, per lo più lo stesso Icardi, stoccatore infallibile solo pochi mesi fa, quest'anno è un fantasma vero e proprio e Jovetic non riesce a esplodere del tutto. Ha la fiducia totale di società e tifosi però, sa come far rendere "gli uomini" e ha una piazza abituata alle tensioni. Al di là di tutto, l'Inter rimane un outsider, credibile, col passare del tempo sempre di più, ma un gradino sotto a Napoli e Roma, che se sapranno al meglio gestire gli umori, possono prendere il largo. Prendere il largo, Juve permettendo, che ha fatto un novembre eccezionale, riducendo il distacco dalla tre squadre più accreditate.
Intervistato Simone Zazza dopo il gol al Palermo, candidamente dichiarava: "Non è impossibile recuperare, basta vincerle tutte". Ecco, questa inevitabile urgenza, è il limite di questa Juve, che al di là degli ottimi risultati ottenuti in questo mese, non si è ancora assestata sui suoi livelli, che vive di stimoli champions e di giocate singole, oltre che di forma fisica che va e viene. Per questo la rimonta non è impossibile ma è difficilissima, anche perché ci sono più squadre che devono lasciare punti, è più realistico pensare a una squadra che lotterà alla fine per le prime posizioni utili per la champions piuttosto che insidiare seriamente le candidate al titolo. Corsa al titolo, dal quale, la Fiorentina ci pare esclusa, ma non da ora, la panchina viola non è all'altezza degli undici in campo se non in pochi elementi, per reggere tutte le competizioni, il gioco di Sousa viene sempre più capito dalle altre squadre e svanito l'effetto sorpresa, la Fiorentina pur mostrando un buon gioco sempre, è destinata a calare comunque, vuoi per le contromisure degli avversari, vuoi perché non possono giocare sempre gli stessi undici, già il lasciar fuori Kalinic nelle ultime due partite è stata una tesi ampiamente dimostrabile.
Il Milan e i suoi giovani, Mihajolovic e il 442 Berlusconiano, Galliani e Barbara, il Milan, vive di dissidi interni che comunque gli spalancano un calendario decisamente abbordabile che potrà far risalire l'armata rossonera da qui a fine mese quanto meno. Ci sono da riconoscere i meriti dell'allenatore: il lancio di Niang, il rilancio di Cerci, ad esempio oltre a Donnarumma, che sembra davvero un predestinato o Calabria uno dei giovanissimi più interessanti... manca inevitabilmente la personalità, lo si è visto contro la Juventus ad esempio, manca un'idea di gioco e il 442 contro una Samp arrendevole dir poco non può risolvere le mancanze che affliggono questa squadra, che tra tutti i suoi dissidi interni dimentica ogni volta, di far mercato con raziocinio, di capire quello che manca realmente, vista la quantità comunque di milioni spesi questa estate. Il Sassuolo è un esempio lungimirante, un mix di scouting ad hoc per qualità e prezzo, di promesse "divenute" che vengono fatte crescere come si deve, rivendute e non regalate,giocatori d'esperienza e italiani che hanno ancora tanto da dire, solide certezze. Pensate a Vrsaljko, Acerbi, Sansone, Berardi...
Commenti
Posta un commento