Ciao
Nima, abbiamo scritto nella recensione che hai il talento, il dono,
di far sembrare quasi tutto troppo facile... “si muove con il suo
‘cappello di lana’ ed è magia il più delle volte, è uno
spicchio di mondo incantato che si spalanca con assoluta naturalezza”
va bene come descrizione?
Ciao e
innanzitutto grazie per le belle parole. Mi hanno richiamato alla
mente l’immagine di un’acrobata durante le sue evoluzioni: i
muscoli sono in tensione, la concentrazione è al massimo, ma il suo
sorriso non tradisce la fatica e il pubblico è incantato dalla
grazia e dalla naturalezza dei movimenti. Se sono riuscita a creare
questa magia, ne sono più che felice. Resta il fatto che, perché
l’incantesimo riesca, serve un ascoltatore disposto a lasciarsi
conquistare.
Qual
era il sentimento, le sensazioni che volevi esprimere...
Molti
brani del disco sono canzoni d’amore, dove l’amore però è
spesso un pretesto per raccontarsi. C’è l’insoddisfazione per
questa vita che sembra non darci quello che desideriamo e che invece
poi a volte ci sorprende e ci stupisce, la speranza nel futuro e nel
cambiamento, la croce e la delizia dell’attesa. Per la prima volta
è entrata nella mia scrittura anche una vena (auto)ironica: la title
track, in
particolare, è una canzone dove mi prendo un po’ in giro per il
mio perfezionismo e la tendenza ad aspettarmi sempre il peggio,
specie quando le cose sembrano proprio girare per il verso giusto.
Raccontaci
un pò di te, della tua storia e di come sei arrivata a questo
esordio sulla lunga distanza
Sono
nata a Monza, dove ho trascorso un’infanzia serena e un’adolescenza
piuttosto opprimente, durante cui mi sono rifugiata nella musica e
nella scrittura. A 22 anni ho mollato tutto per trasferirmi in
Liguria, nella provincia di Genova. Ho portato con me le mie canzoni,
una chitarra, l’esperienza fatta cantando in una cantina come
leader di un gruppo rock, dapprima, e poi blues, e i consigli della
mia insegnante di canto. Come tanti ho cominciato a presentarmi ai
concorsi per artisti emergenti, per farmi conoscere e confrontarmi
con il mondo della discografia. L’inizio è stato piuttosto
difficile, perché non erano molte in Italia le realtà che
accettassero anche cantautori che proponevano brani in inglese. I
riscontri però sono stati positivi e mi hanno incoraggiato a
continuare. Grazie alla collaborazione con Raffaele Abbate – che
proprio allora stava dando vita alla OrangeHomeRecords, l’etichetta
per cui sono usciti entrambi i miei lavori – nel 2009 ho pubblicato
l’EP Come Back (con il solo nome di Nima). Raffaele ed io venivamo
da esperienze musicali molto diverse, per cui abbiamo dovuto
inventarci un linguaggio comune, con il prezioso aiuto dei tanti
musicisti che hanno partecipato alla registrazione del disco. Il
risultato è stato ottimo e ha dato vita a numerose collaborazioni
che continuano tuttora. Dopo questa esperienza, però, è nata anche
la voglia di proseguire con le mie gambe e di esplorare nuove strade.
Gli anni successivi sono stati dedicati all’attività live, ma sono
stati soprattutto un periodo di riflessione e di scrittura, da cui a
distanza di tempo ha avuto origine questo disco. Woollen Cap racconta
dieci anni della mia storia, anche attraverso le persone che hanno
partecipato alla sua realizzazione: l’arrangiamento del disco è
stato coordinato da Luca Falomi, chitarrista che mi segue fin dagli
esordi, e quasi tutte le canzoni sono state registrate con i miei
musicisti “storici”: Enrico Di Bella e Pietro Martinelli,
rispettivamente alla batteria/percussioni e al contrabbasso/basso
elettrico. Con Raffaele Abbate, invece, abbiamo lavorato alla canzone
che chiude il disco, “Down in my veins”, che vede la
partecipazione di Stefano Barotti, cantautore toscano, e del pianista
blues Henry Carpaneto.
Come
sono nate le canzoni, hai un metodo compositivo prestabilito o
aspetti che sia l'ispirazione a rivelarsi? E anche in fase
d'arrangiamento come è proseguito il lavoro?
Aspetto
l’ispirazione. Fa in un certo senso eccezione la già citata “Down
in my veins”, che infatti è stata scritta praticamente su
commissione per un progetto di prossima pubblicazione intitolato
“Anatomia Femminile”. Mi è stato chiesto di scegliere una parte
del corpo e di cantarla, e la mia scelta è caduta sulle vene. In
questo caso, per scrivere il testo, non sono partita da ricordi e
sensazioni da tradurre in parole, ma ho fatto il percorso inverso: li
ho evocati attraverso
una parola.
Per
l’arrangiamento abbiamo lavorato secondo una modalità già
consolidata nel primo disco. Con Luca e Raffaele, rispettivamente,
siamo partiti dall’intreccio voce e chitarra che costituisce il
filo conduttore dell’intero lavoro, per poi costruire la sezione
ritmica e lavorare sull’intervento degli altri strumenti.
Ci
sono molti generi musicali presenti nell'album, quali sono state le
tue maggiori influenze artistiche?
Se c’è
un disco che ha segnato il mio modo di concepire la musica, si tratta
di “0” di Damien Rice: le voci di Damien e di Lisa Hannigan,
quelle sonorità così schiette e prive di artifici, l’immediatezza
delle melodie, dolci e sofferenti allo stesso tempo, capaci di
suscitare emozioni intense. Al primo ascolto ho capito che era la
strada che stavo cercando. A questo potrei aggiungere che negli anni
ho riempito libreria e orecchie di dischi di Ani Difranco, Nina
Nastasia, Jack Jonhnson, Suzanne Vega, Joni Mitchell e Tom Waits, con
qualche incursione pop e neofolk, come ad esempio Cibelle e Bonnie
“Prince” Billie.
Come
vedi la scena italiana odierna, c'è qualcuno che ti piace
particolarmente e (se c'è ovviamente...) anche chi/cosa non ti
piace...
In
questo momento particolare devo ammettere che sono poco attenta alla
scena musicale attuale in genere. Sto viaggiando a ritroso nel tempo
e nello spazio, e nella mia playlist la fanno da padrone signore come
Billie Holiday e Nina Simone. Rispondo quando torno (se torno!).
Progetti
futuri, date live da segnalare?
Abbiamo
in cantiere un nuovo video e qualche sorpresa… che non posso
svelare! Con i live invece, si riparte questo autunno per un tour che
toccherà diverse regioni e inoltre saremo nelle Feltrinelli delle
principali città italiane per degli showcase di presentazione del
disco. Le date verranno confermate a breve, per ora posso solo
invitarvi a tenere d’occhio la sezione Concerti del mio sito
ufficiale: www.nimamarie.com.
Vi aspetto!
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