The Strain



"La fame, disse una volta un poeta, è la cosa più importante che conosciamo, la prima lezione che impariamo, ma la fame può essere facilmente placata, facilmente saziata. C'è un'altra forza, un tipo diverso di fame: una sete inestinguibile che non può essere placata. La sua stessa esistenza è ciò che ci definisce, ciò che ci rende umani... quella forza è l'amore".

Così inizia "The Strain". Dietro le quinte Guillermo Del Toro e Chuck Hogan, una solida garanzia, se non fosse altro che la serie è di carattere prevalentemente horror, quindi non potrebbe essere chissà quale novità, ma è decisamente sopra la media. Basata sul romanzo omonimo, che in Italia diventa "La Progenie", degli stessi autori della serie, "The Strain" parte da un volo, e ci viene subito in mente J. J. Abrams e i suoi figli: "Lost" e "Fringe”. Ci troviamo infatti su un aereo, un Boeing 767-300ER, che atterrerà con discreta difficoltà al John F. Kennedy International Airport completamente al buio e con le porte sigillate. Cosa sarà successo? Durante il volo uno strano rumore proveniente dal vano bagagli incuriosisce e preoccupa lo staff. 


Lo sportello sembra non reggere l'irruenza di questo "qualcosa" che sta per fuoriuscire da lì. Qualche ora dopo l'aereo è circondato dalle forze dell'ordine, tra cui l'epidemiologo Ephraim Goodweather (Corey Stoll), a capo del Canary Team della CDC di New York, che viene chiamato ad investigare insieme alla sua squadra su una scena del crimine molto strana e decisamente raccapricciante. Sull'aereo sono tutti morti... o almeno così pare. In realtà ci sono quattro superstiti, che vengono subito mandati in un luogo sicuro e messi in quarantena, tra questi, da ricordare Gabriel Bolivar (Jack Kesy), musicista che vive tra "sesso, droga e rock’n’roll". Ma i corpi delle altre vittime iniziano a scomparire dall'obitorio. 


Qualcuno li avrà presi o si sono risvegliati e rimessi in marcia? Ed ecco che tornano in un certo senso gli zombie, anche se in questo caso ci troviamo di fronte ad un mostro di migliaia di anni che, uscito da una cassa sigillata tempo prima, ritorna a terrorizzare il mondo, creando una nuova progenie. Le differenze rispetto agli zombie sono fondamentalmente un paio, primo, i corpi sono attraversati da minuscoli vermicelli che invadono l'epidermide della vittima, secondo, sono decisamente più veloci e più forti dei morti viventi che tanto ci piace frequentare ultimamente in tv. Ma c'è un aspetto fermamente "vampiresco", visto che questi morti che camminano si nutrono di sangue umano. La squadra di Goodweather è composta da: Nora Martinez (Mia Maestro) e Jim Kent (Sean Astin). Ad essi si aggiungono Abraham Setrakian (David Bradley), espertissimo in materia, visto che ha già avuto a che fare con questa epidemia in passato e sa come gestirla, ma ci sono anche altri individui che indagano per conto proprio: Vasiliy Fet (Kevin Durand), disinfestatore di topi ed Eldritch Palmer (Jonathan Hyde), un anziano ricchissimo che vorrebbe raggiungere l'immortalità. 


Di certo da premiare ci sono un po' di cose: la fedeltà che accomuna l'opera originale rispetto alla serie, ed è anche giusto visto che entrambi sono scritti dagli stessi autori, la velocità dell'intercalarsi degli avvenimenti che permette al telespettatore di non annoiarsi mai, la colonna sonora affidata a Ramin Djawadi ("Iron Man", "Blade: Trinity", "Scontro fra titani"), il fatto che lo stesso Del Toro ha comunicato che la serie avrà un termine previsto tra i 40 e i 60 episodi, quindi quattro o cinque serie in tutto, ed infine che è riuscita ad unire pubblico e gran parte della critica. Ecco, noi non ci troviamo in quel "gran parte", perché fondamentalmente se ci scordiamo del libro e guardiamo soltanto la serie, le novità sono poche e scarne.


A conti fatti, a parte gli effetti speciali, la regia, il cast e tutto quello che abbiamo suddetto, la cosa fondamentale, cioè la trama, è proprio quella che viene meno ad allettare. Si, certo, è un horror/thriller dal forte impatto visivo e adrenalinico, ma a lungo andare tutto questo spargimento di sangue, questo corpo estraneo - una specie di polpo gigante che fuoriesce dalle vittime per succhiare il sangue delle altre vittime - potrebbe portare a noia. Ecco perché forse sarebbe meglio fermarsi prima e non andare oltre la quarta stagione. Intanto la prossima estate approderà sulla FX la seconda, che per gli amanti del genere si preannuncia un'attesa difficile da sopportare, ma che li farà felici. Noi chissà, forse continueremo a seguirlo, più per capire come va a finire che per passione per il genere.

Personaggi e doppiatori:

Ephraim Goodweather (Roberto Certomà)
Abraham Setrakian (Bruno Alessandro)
Nora Martinez (Sabrina Duranti)
Eldritch Palmer (Gerolamo Alchieri)
Jim Kent (Luigi Ferraro)
Gabriel Bolivar (Andrea Mete)


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