Mouse Music - Two Fingerz



Danti(Daniele Lazzarin)e Riccardo Garifo tornano più in forma che mai con questo nuovo capitolo della loro discografia mettendo subito le cose in chiaro, i Two Fingerz fanno appunto “Mouse music e se non vi piace... non è mica obbligatorio comprare sto disco”, a voler ribadire la loro riuscita commistione di elementi hip hop e house, a scanso di puristi... la prima parte del disco sviscera per altro abilmente il tema, in modo intelligente e ironico a cui fa seguito una seconda parte meno incisiva dal punto di vista testuale a parte Barlamento e ET, ma che mantiene intatto l’appeal dal punto di vista del sound, tant’è che sarà difficile scegliere i singoli, per un album che si lancia davvero da solo... senza dimenticare del lancio vero e proprio due mesi fa con "John Carley", bosco, sotto bosco, amici e... confluito nella deluxe edition, dove i nostri sono affiancati dai Sud Sound System, Gue Pequeno, Dargen D'amico e... per un divertsemant coerente e divertente.
Ci soffermiamo un attimo sui testi prima di lasciarvi alla disamina dei singoli brani perchè giochi di parole a parte, letteralmente da applausi, c’è un punto di vista forte di scrittura, che non dimentica il sociale e sfodera metafore davvero niente male, precise e ficcanti, mai banali... come a dire che “d’estate si balla la musica a palla” è riservata a “I Moderni”:

“Mouse music”: “questa non è musica rap non la ascolta chi ascolta Tupac” una vera e propria dichiarazione d’intenti, convincente ad alto potenziale invasivo, su base ovviamente house, giocando con i termini e col glossario rap:
“questa è mouse music, musica fatta col mouse se non ti sta bene te ne stai in the house”

“Questa musica”: “le case di una volta non le fanno più, la mia musica fa boom”, continuando a distaccarsi “dalla scena”, cercando quasi una definizione al loro sound: “questa è musica usa e Guetta”,  i nostri sfornano un altro buon ritornello.

“Capra”: “... l’ho ascoltato con molta attenzione e nonostante il genere musicale sia di gran moda... è una merda... pensate a scopare” con intro affidato a Vittorio Sgarbi e con Caporezza: “il rapper ortodosso mi vede come Gabri”... i nostri prendono ancora una volta mirabilmente in giro “la cultura hip hop”, giustificando il loro essere “capra” nei confronti dei modelli per così dire standardizzati:
“in realtà sono andato oltre la terza media solo al bar”

“Donne pazze”: “più che una borsa è una “rap ina", te la compro uguale fatta dai cinesi”... se  Fabri Fibra decantava “Le Donne”, i Two Fingerz sembrano riscrivere la storia, facendo il verso quasi musicalmente e puntando tutto su l’umoralità del genere femminile per il testo, per un’altra probabile hit:
“ho cercato di capirle ma ho perso le speranze”

“Come le vie a NY”: sto con “i pop corn” in mano, come a dichiarare subito che questo è un pezzo hip hop... per uno dei testi migliori dell’album, con uno sguardo lucido sulla realtà e l’ennesimo ritornello azzeccato, venato di un soul leggero (con tanto di citazione di Tiziano Ferro nel mugugno finale):
“e la gente resta in casa perchè c’ha fifa, resta in casa perchè c’ha fifa 2012”

“Non capisco cosa vuoi”: ovvero “Non me la menare” vent’anni dopo... tanto lo sapevi che non ero un Bboy” e del resto che “comprare sto disco non è obbligatorio”, con Max Pezzali e Jax a ribadire “la mouse music” e a rivendicare la propria indipendenza:
“farsi il culo e dare il culo sono due cose distinte”

“Sha la la la”: “tutti dicono le stesse cose perchè non hanno da dire niente”, fra giochi di parole e accuse più o meno velate, l’ennesimo colpo ben assestato col richiamo, voluto o meno alle onde del Piotta:
“scarica la mia app si chiama non parlare a cazzo”

“Fuori piove”: “esci a riparare il tetto o aspetti che questa casa diventi un acquario?” Ed è il turno della ballad, con tanto di ritornello soul come da “genere” e tanto di citazione del Neffa che fu... peccato per la poca inventiva perchè il testo non è affatto male:
“tu non sai quante persone si arrendono ai divani”

“Free love free drink”: ”io sono un sognatore senza vita sociale”... come da titolo l’atmosfera è danzereccia e immaginabile è il contenuto, la traccia più debole del lotto a parer nostro:
“ io voglio bere gratis, io voglio amare gratis, ma l’amore qui te lo danno coi free drink”

“Barlamento”: “La legge dei locali cosa dice? Meglio essere amici dei barman che dei proprietari” del resto il barman è come un politico, perchè se il primo offre coi soldi dei proprietari, il secondo lo fa coi soldi dei contribuenti... gran testo non c’è che dire, per un tappeto dance ipnotico e suggestivo:
“barman manda un altro cocktail, tanto il bar mica è tuo, che te ne fotte”

“ET”: “la gente crea miti ma non dice la verità”... amara e lucida disamina “sull’altro”, partendo dal personale per arrivare al sociale e sul ruolo della comunicazione oggi, il beat è come al solito, ovvero incisivo e trascinante:
“e se mi cerchi non provare con la Nasa, fai come ET telefona a casa”

“La lingua dell’amore”: ”credo sia fondamentale capirsi”... specie nel rimorchiare straniere, perfetta antitesi “cazzona” della traccia precedente con le chitarre in evidenza e i difetti di comunicazione:
“ti porterei con me ma di ciò che hai detto non ho capito un cazzo”

“Burattino”: “e se non ci fossi te forse sarei intrappolato dentro una canzone” con una storia sulle favole si chiude questo riuscitissimo nuovo capitolo dei nostri, con la seconda ballad del lotto, degna conclusione di un ottimo album davvero:
“ci sono i giorni in cui ti sento qui e i giorni che ti vedo che  hai la testa altrove vorrei sapere dove”

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