Intervista con Stefano Bollani




Vanti collaborazioni con artisti molto diversi tra loro... da Jovanotti a Enrico Rava, da Irene Grandi a Chick Corea, ma anche Paolo Fresu, Pat Metheny... sei riuscito a creare una simbiosi tra il classico ed il moderno, il jazz ed il pop senza essere malvisto dai“classisti” per così dire della musica. Una cosa non facile, come ci sei riuscito, qual'è il tuo segreto e quali sono stati i tuoi mentori?

“Ho iniziato a suonare molto presto, da piccolo; prima ho cominciato ad ascoltare Renato Carosone, poi da lì ho ascoltato tantissima musica, tutti i grandi musicisti del jazz, Oscar Peterson, Bill Evans, Miles Davis, il jazz diciamo fino agli anni '60, senza disdegnare la musica attuale. Certo prima ero più retrò”.



“Parliamo di musica”... che tra l'altro è anche il titolo del tuo ultimo libro scritto con Alberto Riva. Lì si legge che tu volevi che il pubblico applaudisse perchè si erano divertiti, non volevi sentirti dire bravo: non hai mai considerato la musica in termini di bravura, di abilità e di gara. Come si può insegnare ciò ai ragazzi? Come si può dare a loro gli strumenti giusti per godere della musica, ripartendo dalle scuole?

“Innanzitutto non mettendo i ragazzi in gara l'uno contro l'altro come si fa oggi, insegnando loro che al contrario nella musica bisogna collaborare, interagire

Tanta musica ma anche un bel po' di televisione, di spettacolo, riesci a comunicare tanto a tanti. Come può essere usato il mezzo televisivo oggi in maniera più efficace?

“Basta solo spegnere la tv molto più spesso”.



Tra le tante collaborazioni, ci incuriosisce molto quella con Bobo Rondelli

"Bobo è un grande talento ed è un vero animale da palcoscenico, che riesce a spaziare tra i generi come pochi, sin dagli inizi della sua carriera con gli Ottavo Padiglione fino a questo ultimo lavoro con l'orchestrino, è riuscito a creare una sua dimensione. Questa estate suoneremo anche insieme in un paio di date".

Commenti

Translate