64° Festival di Sanremo 2014 - seconda serata


Con lo spottone della nuova fiction Rai che vedrà Claudio Santamaria nei panni del maestro Alberto Manzi si è aperta la seconda serata del Festival di Sanremo, “onestà e intelligenza” le parole protagoniste della lettera di Manzi ai suoi alunni declamata da Santamaria, si perdono nell’opportunismo di una operazione del genere, della serie, ci sta la promozione ma addirittura in apertura, a pretesto di parlare della “bellezza” ci è sembrato francamente troppo. Poco male però, perché sarà l’unica nota stonata di un’ottima serata, che prosegue con le gemelle Kessler che ballano con la Littizzetto: “Loro sono intercambiabili come le pile… io sono la terza, sono stata fatta con gli scarti” e annunciano il passaggio di “Vivendo adesso” di Francesco Renga, primo cantante ad esibirsi, a discapito di “A un isolato da qui”, la gara interna tra Elisa e Casalino è decisamente impari, con “Vivendo adesso” che si candida alla vittoria finale, piace nel complesso il nuovo percorso intrapreso da Renga, che punta all’essenziale, i brani sono entrambi abbastanza scarni ma ricchi di colori e variazioni di atmosfera. Giuliano Palma di contro prosegue nel recupero di sonorità anni ’60, con due brani ballabili e molto radiofonici, “Un bacio crudele”, un beat trascinante con interessanti inserti strumentali era a nostro avviso da preferire al brano che Alvin Ziegler pronuncia “Così lontano”, che è tutto un ritornello, coi fiati in evidenza e che Giuliano (“In quanto palma hai paura del punteruolo rosso?”) porterà nella fase finale della gara.


“Bello è andare in pizzeria e scoprire che al tavolo accanto c’è il maestro Vessicchio” è una delle battute del dialogo a due voci senza infamia e senza lode “sulla bellezza” che Fazio e la Littizzetto propongono, prima dell’esibizione di Noemi, più fresca e sbarazzina del solito, con due brani melodici e di sicuro appeal, “Un uomo è un albero”, venata di soul e sostenuta dai fiati e dai cori, cede il passo (è Cristiana Collu, la più giovane direttrice di un museo italiano, ad annunciarlo) a “Bagnati dal sole”, ancor più diretta. Con Renzo Rubino, la qualità si alza notevolmente, “Ora” brano che passa il turno un po’ a sorpresa a dire il vero, ( spetta a Kasia Smutniak stavolta il compito “Che cosce che ha Kasia”) è un beat a due anime, una giocosa, una più intimista, col piano suonato dal nostro, incalzante, “Per sempre e poi basta” è invece una grande ballad, tra Umberto Bindi e Renato Zero, ricca di pathos, solenne, con un testo molto intenso. L’immensa Franca Valeri regala un grande momento di televisione, prima da sola, poi in coppia con la Litizzietto, in un ideale passaggio di consegne, si ride “Figurati se ho una storia con Mollica… Mollica va via come il pane” e ci si commuove nel vedere Franca “lottare e vivere sul palco con grande forza d’animo”. “Sing in the rain” è il brano che Gian Antonio Stella (“Sei ancora indignato con noi perché abbiamo invitato la Casta?”) annuncia, lo stesso Ron è incredulo, ma va decisamente meglio così, un folk country, delicato e complice, coi violini in evidenza, preferibile al solito Ron di “Un abbraccio unico”, che manca di mordente nel ritornello.


Da “Questo piccolo grande amore” a “Con voi” Claudio Baglioni, tra passato e futuro, ricordi ed emozioni, reclama maggiori investimenti sulla musica con “l’amico Fazio”. Si torna alla gara con Riccardo Sinigallia, “Prima di andare via” che sembra una versione accelerata de “La descrizione di un attimo” è suggestiva, ammaliante, con un gran testo… passa inevitabilmente (è il turno di Veronica Angeloni “montata coi mobili dell’Ikea” a proferir sentenza) rispetto all’ottima comunque “Una rigenerazione”, battistiana per certi versi, coi fiati a colorare. Francesco Sarcina, porta due brani fotocopia, dove non c’è traccia delle aspirazioni funky del suo esordio solista, “Nel tuo sorriso” la canzone vincitrice, ha un buon ritornello, è semplice e di facile presa come lo era anche “In questa città” più debole nel testo, l’ospite Clemente Russo, finisce nelle grinfie di Luciana che lo usa per apostrofare Fabio Fazio: “Lui è un peso massimo, tu un peso morto.. un peso e basta”. Dopo la splendida esibizione di Rufus Wainwright che omaggia anche i Beatles, un quarto dopo mezzanotte arrivano i quattro primi giovani in gara. “Babilonia” di Diodato è una seria candidata alla vittoria finale, con un grande arrangiamento che esalta le doti vocali del nostro, non male anche la circolare “Le cose belle” del figlio d’arte Filippo Graziani, è invece una delle canzoni più brutte in generale ascoltate sin adesso “Saprai” venata di soul di Bianca, decisamente piatta, al contrario di “Senza di te” di Zibba, un reggae leggero dal mood nostalgico, che accede alla finale insieme a Diodato, giusto così… mentre Fazio in vestaglia rimanda alla prossima serata.
Nell’attesa e a mò di riepilogo, diamo i voti ai protagonisti, a cominciare dalla coppia di presentatori, Fazio (7-) e Litizzietto (7,5) per proseguire con gli ospiti: gemelle Kessler (7), Franca Valeri (10), Claudio Baglioni (7+), Rufus Wainwright (8,5) e chiudere con i cantanti in gara: Renga (7-), Palma (6,5), Noemi (6-), Rubino (7,5), Ron (5,5), Sinigallia (7,5), Sarcina (5,5, Diodato (7), Filippo Graziani (6+), Bianca (4) Zibba (7-),


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